PUNTO INFIAMMABILITÀ: GESTORI SCRIVONO ALLE AUTORITÀ

Comunicazione a mezzo PEC
Prot. 30/PEC/2024 Roma, 27 maggio 2024

Dott. Roberto Alesse
Direttore Agenzia delle Dogane e Monopoli
Comandante Andrea De Gennaro
Comando Generale GdF
Prof. Dott. Gilberto Pichetto Fratin
Ministro MASE
On.le Adolfo Urso
Ministro MIMIT
Ing. Carlo Dall’Oppio
Comando Generale VVFF
Ing. Gianni Murano
Presidente UNEM
Dott. Simone Alfonsi
Italiana Petroli S.p.A.
Dott. Andrea Rossetti
ASSOPETROLI/ASSOENERGIA

Egregi signori,
Le scriventi Federazioni Faib-Fegica-Figisc/Anisa che rappresentano i Gestori degli impianti di distribuzione carburanti per uso di autotrazione, intendono porre all’attenzione delle SS LL l’incresciosa situazione che si è venuta a determinare a seguito delle contestazioni circa la non conformità dell’indice di infiammabilità, rispetto a quanto sancito dalla norma, rilevato nel corso di accessi effettuati presso gli impianti di distribuzione carburanti affidati – ex Lege – ai cosiddetti Gestori.
Le nostre Federazioni intendono rammentare alle SS LL che i Gestori non hanno alcuna responsabilità – né oggettiva, né soggettiva – sulla qualità dei prodotti distribuiti in quanto sono obbligati ad acquistare – in esclusiva – il carburante della società titolare dell’impianto (nel caso l’impianto di distribuzione esponga un “brand”) e da questa commercializzato (e consegnato) direttamente o attraverso società dalla stessa individuata.

I Gestori, quindi, non hanno alcuna capacità o strumento tecnico per verificare che il prodotto loro consegnato a mezzo di autobotti sia – come dichiarano le compagnie – rispondente alla norma (anche se i fornitori si trincerano dietro al fatto che la merce “viaggia a rischio e pericolo del committente”). È come dire che, se un commerciante acquistasse una scatola di biscotti dal produttore, sarebbe responsabile per la qualità del contenuto (o gli effetti sulla salute)!

A proposito di “qualità”, sono decenni che le Organizzazioni di rappresentanza dei Gestori, inascoltate, insistono per ottenere la sigillatura dei “bocchettoni” di carico dei serbatoi interrati, proprio per difendere i consumatori (ed essi stessi) da eventuali frodi e, conseguentemente, ascrivere – ove ci fossero violazioni o miscele (più o meno accidentali) – la responsabilità direttamente ai fornitori che governano l’intero ciclo.

E, sempre sul piano ambientale, hanno chiesto – da tempo – che, finalmente, siano chiarite le responsabilità sulla “raccolta delle acque di prima pioggia” che si determinano sui “piazzali destinati al rifornimento”: va ricordato che ai Gestori è vietato qualsiasi intervento sulle attrezzature dell’impianto (e quindi anche su quelle destinate al convogliamento delle acque). Ciononostante ai Gestori viene chiesto (eufemisticamente) di “intestarsi” il cosiddetto “imbocco di tali scarichi nella pubblica fognatura” la cui inosservanza, come è noto, può determinare rilievi penali per eventi o strutture di raccolta e smaltimento, che sono sottratte al suo controllo.
Non sembra alle scriventi che l’assunto “chi inquina paga” nella fattispecie rappresentata venga atteso in quanto viene surrettiziamente trasferito l’onere (anche penale) a soggetti impediti ad effettuare interventi (e verifiche) strutturali.

Nello stesso tempo, il solo fatto che, in generale, si stia ragionando di “bonifiche” su terreni su cui insistono o hanno insistito impianti destinati alla chiusura (o destinati a distribuire carburanti diversi da quelli fossili) fa emergere, in tutta la sua urgenza, che esista la concreta possibilità che i terreni pubblici e/o privati utilizzati possano, potenzialmente, rappresentare un rischio sotto l’aspetto dell’inquinamento ambientale per sversamenti o forature. Sarebbe utile, da questo punto di vista, pretendere – in nome della sicurezza e della salute pubblica – di integrare i requisiti richiesti ai titolari degli impianti, con la richiesta di una certificazione (asseverata) risultante da un’azione di ”carotaggio” dei terreni.

Quindi, nel mentre le scriventi ribadiscono l’assoluta estraneità dei Gestori sulla questione del mancato rispetto dell’indice di infiammabilità – riservandosi ogni azione a tutela della loro piena estraneità per impossibilità di effettuare preventivi controlli sulla qualità (e quantità) di prodotto consegnato – annunciano che interverranno, nelle eventuali azioni giudiziarie promosse nei confronti del singolo Gestore, riproponendo questi rilievi che, al momento, vogliono rappresentare solo un’allerta.

Le scriventi rimangono a disposizione per ogni eventuale ulteriore approfondimento dovesse essere ritenuto necessario.
Distinti saluti

FAIB

FEGICA

FIGISC/ANISA

L’articolo PUNTO INFIAMMABILITÀ: GESTORI SCRIVONO ALLE AUTORITÀ proviene da FIGISC – Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti.

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