Riunita la Presidenza Faib

Approvato un pacchetto di richieste. Non rinviabile il tavolo di filiera per intervenire sulla riforma della contrattualistica e contrastare l’illegalità. Un piano per la transizione energetica.

La presidenza nazionale Faib riunitasi il 3 marzo us in modalità on line ha discusso oltre ai  vari punti all’odg, dal programma di lavoro alle relazioni industriali, al tavolo di settore alla permanenza dello stato di crisi pandemico ed energetico con gli impatti sul settore, anche della grave situazione del settore in seguito ai forti rincari dei carburanti e dei costi energetici che stanno mettendo in crisi le piccole imprese di gestione delle aree carburanti come conseguenza diretta del conflitto bellico in Ucraina

La Presidenza ha approvato il programma di lavoro ed ha deliberato di sostenere  l’azione promossa dalla Presidenza CIPREG volta alla maggior diffusione dello strumento del bonus di fine gestione accantonato dal Cipreg stesso con strumenti specifici.

La Presidenza ha poi posto l’accento sull’urgenza di riunire il tavolo di filiera per affrontare la crisi sistemica del settore, a partire dal progetto dì riforma, possibilmente da condividere con le altre associazioni, caratterizzato dall’insieme delle iniziative che la Faib ha rilanciato di recente con un progetto di sintesi delle proposte in campo: dal margine di medio di settore stabilito in sede ministeriale sulla base degli accordi depositati alla riforma della contrattazione da svolgere su più livelli, nazionale territoriale e in automatico. In questo senso, un piano per la Transizione energetica di coinvolgimento dei gestori delle aree di servizio già esistenti appare necessario ai fini del contrasto allo spreco di suolo, della sottrazione dei parcheggi ai cittadini, della professionalizzazione e sicurezza del servizio di erogazione delle energie per la mobilità, della riqualificazione della rete in senso ambientale e dell’abbattimento delle emissioni, vero strumento di razionalizzazione e ristrutturazione.

In particolare, il dibattito si è concentrato  sull’illegalità contrattuale che si caratterizza con forme dì affidamento capestro, fuori dalla legislazione di settore, senza un quadro normativo di diritti e di tutele, contemplato invece  in quelle cosiddette di comodato e fornitura in esclusiva  o di commissione, per cui si sta lavorando alla declinazione dì secondo livello. La Presidenza, condannando il ricorso all’irregolarità contrattuale imperante su quasi la metà della rete, ha manifestato la volontà di superare tale situazione di illegalità diffusa e la disponibilità dell’Associazione, con riserve di salvaguardia,  a prendere in esame anche altre forme di affidamento degli impianti che abbiano le caratteristiche comuni ai contratti in essere, a condizione che sia definito un quadro regolatorio e sanzionatorio certo.

La Presidenza Faib, di fronte alla grave emergenza derivante dal conflitto scatenato in Ucraina,  ha deliberato un pacchetto di richieste da avanzare al Governo ed alle compagnie e ai retisti per salvare un servizio primario per la mobilità dei cittadini e delle merci e dal fallimento e dalla disoccupazione 100mila occupati – diretti – che a vario titolo lavorano sulla rete distributiva.

Il dibattito ha evidenziato che in questo momento i gestori sono strozzati dagli aumenti: dall’esposizione per l’acquisto dei prodotti cresciuti enormemente ai costi di gestione, soprattutto di energia elettrica e di gas; i gestori hanno evidenziato che gli aumenti si tirano dietro la riduzione delle vendite e il mancato incasso per pareggiare almeno le spese. Nell’ anno appena trascorso i gestori hanno registrato una crescita inarrestabile dei prezzi: da 1.350 e 1.250, di inizio anno, rispettivamente per benzina e gasolio a 1,850 e 1.750.  I primi due mesi dell’anno hanno registrato un ulteriore incremento del 20%. Ma da quando è scoppiato il conflitto, in pochi giorni i prezzi sono esplosi.  In un anno i benzinai, per effetto degli aumenti, hanno perso oltre il 30% del loro esiguo margine fisso passando dal 3 al  1,5%  ogni litro. Poco più di 3 cent al litro medi. Forse l’unica categoria al mondo che quando aumenta il prezzo di vendita di un prodotto, non solo non ci guadagna, ci rimette. La cosa peggiore per la categoria in questo momento è l’impossibilità di recuperare i forti rincari dei costi di gestione, non potendo utilizzare la leva del prezzo finale- impedita dai fornitori- ed essendo vincolati agli acquisti in esclusiva. Una situazione che diventa sempre più insostenibile e richiede una rivisitazione del modello.

Così stando le cose, la Presidenza Faib chiede al Governo:

  • l’immediata sterilizzazione dell’iva sui prezzi dei carburanti, per fare in modo che ogni aumento non sia gravato anche del 22% di iva;
  • il credito d’imposta sulla parte eccedente di sovrapprezzo di energia elettrica rispetto alla media corrisposta nel 2019;
  • l’abbattimento al 100% delle spese per le transazioni elettroniche a favore di banche e circuiti
  • L’apertura di un Tavolo di crisi del settore presso il Ministero

Alle compagnie petrolifere e ai retisti privati:

  • ulteriori 2 giorni di dilazione nei pagamenti dei carburanti
  • un intervento immediato di sostegno sui costi elettrici, che non possono essere scaricati solo sui gestori, poiché la luce serve ad illuminare i piazzali.
  • La revisione/ripartizione della tabella dei costi di gestione.

Per Faib, senza risposte immediate non ci sono alternative: sarà a rischio la normale attività. Per questo, nel rispetto della drammatica situazione, si riserva di valutare, insieme alle altre due Federazioni dei gestori Fegica e Figisc, ogni iniziativa di protesta nessuna esclusa, al fine di tutelare le imprese rappresentate.

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