La Conferenza del Presidente, Mario DRAGHI, dopo il Consiglio dei Ministri di venerdì 18 marzo, ed il relativo comunicato stampa riportano letteralmente la seguente affermazione:
«1. Contenimento dell’aumento dei prezzi dell’energia
Riduzione delle accise sulla benzina e sul gasolio impiegato come carburante per autotrazione. L’effetto della misura consiste nella riduzione del prezzo di benzina e gasolio di 25 centesimi di euro al litro per un periodo di 30 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento.»
PRIMO REBUS: QUANTO?:
il concetto di “riduzione del prezzo” non significa propriamente una “riduzione di accisa” corrispondente ai citati 25 centesimi/litri, perché se lo sconto, chiamiamolo così, è di 25 centesimi in tutto, significa che questo è l’effetto di una riduzione dell’accisa e della corrispondente IVA al 22 % su essa gravante; ove invece si tagliassero di 25 cent le accise vigenti ad esse sarebbe da aggiungere anche l’IVA, con un effetto finale sul prezzo di 30,5 cent totali di riduzione.
Nel primo caso, le accise verrebbero così ridotte:
benzina, da 0,72840 euro/litro a 0,52348;
gasolio, da 0,61740 euro/litro a 0,41248.
Nel secondo caso, le accise verrebbero così ridotte:
benzina, da 0,72840 euro/litro a 0,47840;
gasolio, da 0,61740 euro/litro a 0,36740.
È bene ricordare che la prima ipotesi di riduzione (con decreto “bollinato”) circolata venerdì era la seguente:
«Riduzione temporanea delle aliquote di accisa
- Al fine di compensare le maggiori entrate dell’imposta sul valore aggiunto rispetto all’ultima previsione, derivanti dall’aumento del prezzo internazionale, espresso in euro, del petrolio greggio, a decorrere dal giorno successivo alla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e fino al trentesimo giorno successivo alla medesima data di pubblicazione, le aliquote di accisa, di cui all’Allegato I del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, approvato con il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive modificazioni dei sotto indicati prodotti sono ridotte alle seguenti misure:
a) benzina: 643,24 euro per mille litri;
b) oli da gas o gasolio usato come carburante: 532,24 euro per mille litri;
c) gas di petrolio liquefatti (GPL) usati come carburante: 182,61euro per mille chilogrammi».
Invece, nella bozza, circolata anch’essa venerdì, di decreto legge recante “MISURE URGENTI PER CONTRASTARE GLI EFFETTI ECONOMICI E UMANITARI DELLA CRISI UCRAINA”, la questione veniva così, diciamo, “definita” (con XXX al posto dell’importo):
«ART. 1 (Riduzione delle aliquote di accisa sulla benzina e sul gasolio impiegato come carburante per autotrazione)
- In considerazione degli effetti economici derivanti dall’eccezionale incremento dei prezzi dei prodotti energetici, le aliquote di accisa sulla benzina e sul gasolio impiegato come carburante per autotrazione, di cui all’Allegato I al testo unico delle accise approvato con il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, sono rideterminate, relativamente al periodo di cui al comma 2, nelle seguenti misure:
a) benzina: XXX euro per 1000 litri;
b) olio da gas o gasolio usato come carburante per autotrazione: XXX euro per 1000 litri.
- La rideterminazione delle aliquote di accisa di cui al comma 1 si applica il giorno di entrata in vigore del presente decreto-legge e fino al trentesimo giorno successivo alla medesima data.»
SECONDO REBUS: Da quando e per quanto tempo?
Ambedue le versioni citano un termine di trenta giorni dal giorno di entrata in vigore di un testo che deve probabilmente ancora essere messo a punto nei dettagli, firmato dal Presidente della Repubblica ed infine pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Sul quando, in assenza di certezze, citiamo l’Agenzia ANSA che scrive testualmente: «Bisognerà attendere ancora qualche giorno per vedere la benzina sotto i due euro: potrebbe arrivare lunedì in Gazzetta Ufficiale e quindi scattare il giorno successivo, martedì, la riduzione di 25 centesimi delle imposte applicate sui carburanti».
Sul per quanto tempo citiamo ancora ANSA: «Lo sconto di 25 centesimi al litro (che inizialmente veniva ipotizzato di soli 10 centesimi) non accontenta poi i consumatori, che criticano sia l’importo insufficiente a colmare il divario con gli aumenti subiti, sia il fatto che l’intervento sia limitato nel tempo. Il testo iniziale prevedeva la riduzione per 30 giorni ma il Premier Draghi ha parlato di un intervento che durerà fino a fine aprile, in pratica avrà una durata di 40 giorni». Resta un rebus.
TERZO REBUS: CHE ACCADE ALLE SCORTE?
Ambedue le versioni tacciono sulla questione.
Ma che il problema esista, eccome, è un fatto.
STAFFETTA QUOTIDIANA affronta il problema, riferendo della netta posizione di ASSOPETROLI:
«Intanto si alza l’allarme di retisti e gestori sulla gestione dei carburanti ancora non venduti sui quali però è già stata pagata l’accisa. Assopetroli-Assoenergia ha scritto al premier, ai ministri Franco e Cingolani e al direttore delle Dogane Minenna per sottolineare l’urgenza del problema. I carburanti ad accisa assolta immagazzinati precedentemente nei depositi commerciali e negli impianti stradali di distribuzione, si legge nella lettera, “subiranno una fortissima svalutazione rispetto al prezzo di carico. In assenza di correttivi immediati, si rischia di arrecare un danno economico enorme al sistema distributivo che, peraltro, è prostrato da una impennata dei prezzi senza precedenti e da una fortissima crisi di liquidità”. Per l’associazione “occorre identificare immediatamente meccanismi compensativi (credito d’imposta) a favore della distribuzione di carburanti ad accisa già assolta, per evitare che il taglio di accisa danneggi il settore distributivo in misura che non è possibile in alcun modo sostenere”. Assopetroli chiede quindi “indicazioni operative affinché gli esercenti dei depositi commerciali e della rete dei distributori stradali possano notificare ad Adm l’inventario delle merci al momento di inizio e fine del nuovo periodo d’imposta” e “immediata rassicurazione che le imprese incise saranno tenute indenni dall’ingente perdita inventariale che, allo stato, rischiano di subire”, in mancanza della quale “il settore distributivo si troverà costretto suo malgrado ad una mobilitazione che va scongiurata in un momento tanto grave”.»
Preoccupazione viene espressa sul tema anche dal Presidente Nazionale FIGISC, Bruno BEARZI, in due lanci dell’Agenzia ADNKRONOS:
«CARBURANTI: FIGISC, cambiare DL o perdite fino a 7.500 euro da accise giacenze.
Il decreto legge energia, approvato ieri dal CDM, va modificato altrimenti i distributori di carburanti rischiano di perdere fino a 7.500 euro, a causa delle accise che hanno pagato sulle giacenze. A lanciare l’allarme è il presidente della Figisc, Bruno Bearzi, parlando con l’Adnkronos. “C’è un po’ di delusione nel senso che, ad di là del taglio delle accise, ci aspettavamo venisse riconosciuta una sorta di ristoro per questi soldi che dovremo completamente rimettere”. Il numero uno della Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti spiega che “la giacenza media può variare tra 10.000 e 30.000 litri, su cui sono state pagate le accise e che si dovranno vendere al prezzo ‘scontato’, come previsto dalle norme che entreranno in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge. Considerando il taglio delle accise di 25 centesimi, le perdite potrebbero arrivare fino a 7.500 euro (per le giacenze di 30.000 litri). Con una giacenza di 10.000, invece ‘vuol dire che 2.500 euro vanno in fumo e, considerando l’esiguo margine di profitto (3,5 centesimi a litro in media, n.d.r.), è un bagno di sangue in una situazione già molto critica perché i ricavi sono in calo e i costi in aumento.”
“CARBURANTI: FIGISC Rimborsare a gestori accise giacenze o ‘botta definitiva’.
Con il decreto legge approvato ieri dal CDM il gestore degli impianti di carburante “si vede una perdita secca di 25 centesimi/litro sulle giacenze, a fronte di un guadagno di 3,5 centesimi a litro”. “Si tratta di una perdita economica importante, che in una fase così critica può essere la botta definitiva”. Lo afferma il presidente della Figisc, Bruno Bearzi, parlando con l’Adnkronos. “Le perdite sono molto gravi” perché, spiega, “gli erogati sono in calo mentre i costi sono in aumento”. La norma, inoltre, arriva in una fase in cui “il gestore è deficitario in termini di capacità finanziaria” e inoltre “vede volatilizzate” cifre elevate, che possono arrivare fino a 7.500 euro. “La situazione è abbastanza critica ed è evidente che sarà il gestore a pagare il prezzo più alto di questo taglio delle accise”. Il presidente chiede al governo di rivedere il provvedimento, “pareggiando lo sconto dell’accisa praticata sui consumatori con un credito di imposta di uguale valore sui prodotti in giacenza”.»
L’articolo REBUS DIMINUZIONE ACCISE proviene da FIGISC – Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti.