I Gestori delle Aree di Servizio Autostradali, convocati per discutere la pesante situazione che si sta determinando lungo questo segmento di viabilità, come conseguenza del disimpegno crescente degli Affidatari che, da molti anni, considerano le AdS come “rete marginale” e, come sempre più spesso accade, come preda predestinata di “appalti” o Associazioni in partecipazione (vietati dalla Legge), che si continuano a praticare e che appaiono anche in evidente conflitto con i bandi di gara sottoscritti nel corso degli ultimi rinnovi, senza che i Concessionari abbiano qualcosa da ridire (tranne le “non conformità” per i Gestori),
PRENDONO ATTO
del quadro generale delineato dalle Organizzazioni Nazionali, con particolare riferimento alla confusione emergente dall’accavallamento delle competenze fra Organi dello Stato (Art- Mims- Agcm) che rischia di trascinare questo segmento di rete nella totale ingovernabilità, preda di interessi che poco hanno a che vedere con il “pubblico servizio soggetto a Concessione” che dovrebbe caratterizzare l’attività, favorendo operatori, così come era stato per le attività di ristoro e somministrazione, che subentrano in attività già autorizzate (ma anche in quelle che potrebbero essere realizzate a seguito dei nuovi bandi) e che intenderebbero relegare i Gestori a meri custodi delle attività realizzate.
RILEVANO CHE
gli erogati medi delle AdS, -che si collocano intorno ai 2,5 milioni di litri/anno- hanno determinato preoccupanti livelli di criticità che impediscono il regolare svolgimento delle attività ed il concetto stesso di “pubblico servizio” da rendere alla mobilità dei cittadini;
le controprestazioni richieste ai Gestori, tanto dagli Affidatari quanto dalle società concessionarie sono spesso impossibili da garantire stante l’esiguo margine riconosciuto alle gestioni e finanche l’intervento autoritario (che sarebbe utile se fosse indirizzato a rimuovere i notevoli disservizi strutturali presenti su tutta la rete) che impedisce ai Gestori – che sono comunque chiamati a pagare significative royalties ai medesimi concessionari autostradali – di esporre e commercializzare prodotti che sono in “concorrenza” con le attività di somministrazione di alimenti e bevande che godono, è bene sottolinearlo, di condizioni di assoluto privilegio. Il vero “dominus” delle AdS con l’acquiescenza delle compagnie;
le informazioni circa le “modifiche” da introdurre ai bandi di gara, con la perpetuazione degli “accorpamenti” fra attività carbolubrificanti e ristoro (con la prevalenza di queste ultime) trovano la totale contrarietà della Categoria che è stufa di pagare l’ennesimo contributo ai giochetti di potere che hanno portato – ad esempio – a considerare “normale” l’uscita del Gestore sulle aree accorpate (cresciute a dismisura e, comunque ben oltre i numeri che erano contenuti nel Decreto Interministeriale del 7/8/2015) per vedere la gestione non condotta direttamente dall’Affidatario del non-oil ma riaffidata, con contratto di “comodato”, ad una società controllata dal medesimo affidatario “non-oil”. Così come è accaduto nel caso degli “avvalimenti” postumi: in entrambi i casi le Concessionarie – ma anche il Ministero, debitamente interpellato -, non hanno avuto il “coraggio civile” di rispondere alle precise contestazioni. Forse perché i “ristoratori” hanno una capacità di persuasione superiore a quella dei Gestori (e delle compagnie);
E’ INDISPENSABILE PROCEDERE a rimettere, rapidamente, le mani sul rinnovo – possibilmente condiviso – del Decreto Interministeriale cercando di porre riparo alle storture che si sono determinate (senza volerne indagare i motivi) costruendo uno “strumento” che sia di garanzia – vera – per tutti gli operatori. In questo senso non possono più essere tollerati gli “affidamenti congiunti”, soprattutto se tutti orientati a favorire la “ristorazione”;
DEVONO ESSERE ESCLUSI i “rilanci economici” per aggiudicarsi l’Ads ma il punteggio deve essere attribuito solo sugli aspetti qualitativi dello svolgimento delle attività;
DEVE ESSERE CHIARITO L’OBBLIGO di applicare la normativa anche in tema di contratti e di Accordi economici con i Gestori – ai sensi della Legge e dei bandi di gara già vigenti – per poter accedere alle gare;
I PARTECIPANTI AI BANDI DEVONO PREVENTIVAMENTE DIMOSTRARE – a pena di esclusione – i requisiti previsti dalla Legge 1034/70 per potersi aggiudicare l’affidamento;
DEVE ESSERE INTRODOTTO IL DIVIETO di avvalimento (e quindi di colorazione) a valle dell’affidamento: il candidato all’affidamento deve quindi garantire, in via preventiva, la regolarità dell’approvvigionamento dei prodotti destinati alla mobilità, per tutta la durata della Convenzione;
DEVE ESSERE INSERITO che, indipendentemente dal tipo di “combustibili per autotrazione” che verranno installati – qualunque sia la loro natura – la gestione delle attività connesse ai nuovi carburanti deve essere riaffidata ai gestori della parte carbolubrificante;
DEVE ESSERE RIMOSSO OGNI DIVIETO che vorrebbe “fuori” dalle gare per l’elettrico, i fornitori di “carburanti tradizionali” con l’aggiunta che sarebbe ridondante che ci siano due o più fornitori di energia elettrica (anche per evitare la moltiplicazione delle “cabine”);
VENGA GARANTITA, senza impedimenti strumentali come quelli fino ad oggi “opposti” dai concessionari (a vantaggio di vere e proprie rendite dei titolari della ristorazione), la totale applicazione della Legge 27/2012 in materia di somministrazione di alimenti e bevande;
VENGA CONFERMATA la “continuità gestionale”. Almeno fino alla naturale scadenza dei contratti novennali vigenti, indipendentemente dal soggetto che si aggiudicherà l’affidamento;
SOTTOLINEANO CHE
1. DEVE ESSERE INVERTITA LA TENDENZA con la ripresa immediata della “contrattazione” che consenta la ridefinizione dei margini unitari – fermi da anni – con la reintroduzione del “conto economico” ovvero dei contratti di commissione (con la definizione dei secondo livello aziendale delle modalità applicative). Non si può continuare a lasciare che le gestioni trovino le risorse necessarie a tenere in equilibrio i bilanci, utilizzando il pricing. Soprattutto in considerazione del fatto che – anche a seguito del pagamento di rilanci sconsiderati su royalties pagate ai concessionari – i prezzi in autostrada sono (e, in ogni caso, sono percepiti dagli automobilisti) molto superiori a quelli reperibili sulla viabilità ordinaria. Per questI motivi anche i “mezzi pesanti” stanno modificando i loro orientamenti. Carte o non carte;
2. DEVE ESSERE RILANCIATO IL TEMA DELLA RIDUZIONE DEL NUMERO DELLE ADS, come strumento indispensabile per il mantenimento del livello quali-quantitativo dell’offerta agli utenti del servizio. E’ troppo comodo lasciare che siano i Gestori a farsi carico delle inefficienze di un sistema (percependo margini sotto il livello di sopravvivenza) che è “avaro” nei confronti dei Gestori ma è “splendido” nei confronti tanto della ristorazione quanto di nuovi soggetti – spesso meri intermediari – che non sottoscrivono contratti con i Gestori; che pagano royalties poco più che simboliche; che acquistano (e “colorano”) a seconda delle convenienze; che spesso cercano di espellere i Gestori dalla loro attività;
3. DEVE ESSERE INDIVIDUATA UNA POLITICA DI ASSETTO di questo segmento del settore che non può continuare ad essere ondivaga, piegata agli interessi prevalenti delle attività di ristorazione (vero dominus delle AdS), totalmente prona alle scelte delle società concessionarie ed alle loro politiche che sono, spesso, contraddittorie e scollegate dalla realtà. Dai fatti concreti che accadono presso le AdS. Meri rentiers di un sistema ormai al collasso per loro responsabilità e inadempienze che sono chiare a tutti.
IMPEGNANO LE ORGANIZZAZIONI NAZIONALI
A PROMUOVERE OGNI AZIONE NECESSARIA A FAR EMERGERE LO STATO DI INSODDISFAZIONE DELLA CATEGORIA;
A PREDISPORRE OGNI INIZIATIVA, ANCHE DI FORTE CONTRAPPOSIZIONE, PER CONTRASTARE TALE SITUAZIONE INSOSTENIBILE CHE HA COME OBIETTIVO, QUELLO DI ELIMINARE I GESTORI DALLA CONDUZIONE DELLE AdS, MAGARI RICORRENDO A CONTRATTI VIETATI DALLA LEGGE (e che dovranno essere oggetto di una decisa impugnazione in tutte le sedi deputate all’applicazione della normativa speciale per la distribuzione carburanti prevista dal nostro Ordinamento ed alla sorveglianza in un settore soggetto a Concessione e per tale motivo “ordinato” da norme stringenti e non interpretabili).
A DEFINIRE UNA STRATEGIA CHE PORTI, OVE NECESSARIO, ANCHE ALLA CHIUSURA DELLE AREE DI SERVIZIO, AD UNA FORTE SENSIBILIZZAZIONE DEGLI AUTOMOBILISTI ED AL COINVOLGIMENTO DEL GOVERNO E DEL PARLAMENTO PER METTERE FINE A QUESTO VERO E PROPRIO SCEMPIO DI UN “BENE PUBBLICO”, DATO IN AFFIDAMENTO A PRIVATI, CHE HANNO COME OBIETTIVO UNICAMENTE IL LUCRO ANCHE A DANNO DI UN “SERVIZIO PUBBLICO”, REALIZZATO CON I QUATTRINI DELL’INTERA COLLETTIVITA’ CHE NON SONO STATI SPESI PER ARRICCHIRE, INVECE, POCHI POTENTI.
A CHI VUOLE LEGARCI LE MANI, DOBBIAMO RISPONDERE CON LA FORZA DELLE BRACCIA CONSERTE E DELLA RAGIONEVOLEZZA. DOBBIAMO USCIRE DALLE ADS E PORTARE LA NOSTRA PROTESTA ALL’ATTENZIONE DEI CITTADINI E DEL PARLAMENTO AFFINCHE’ TUTTI PRENDANO COSCIENZA DELLA PATENTE INGIUSTIZIA CHE SI STA PERPETRANDO CONTRO I GESTORI A FAVORE DEI SOLITI POTENTI.
LA CATEGORIA E’ PRONTA AD AFFRONTARE LA DURA BATTAGLIA ALLA QUALE E’ COSTRETTA, NON PER SUA SCELTA, MA COME CONSEGUENZA DELL’INCAPACITA’ E DEL DISINTERESSE (INTERESSATO) DI TUTTI GLI ALTRI ATTORI DELLA FILIERA.
L’articolo ORDINE DEL GIORNO ASSEMBLEA GESTORI AUTOSTRADALI 23.6.2022 proviene da FIGISC – Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti.