Con il Decreto legge 23 novembre 2022, n. 179, si è cominciata ad ingranare la retromarcia sulla riduzione delle accise sui carburanti, dopo appena pochi giorni dal Decreto legge n. 176 (c.d. Aiuti quater) del 18 novembre che prorogava fino al termine dell’anno lo sconto attivato dal Decreto legge 21 del 22 marzo 2022 (già oggetto di plurime proroghe): la riduzione del taglio veniva perciò anticipata al 1° dicembre.
Riepilogando i numeri, si ricorda che la riduzione era pari a 0,250 euro/litro per benzina e gasolio (da 0,7284 a 0,4784 euro/litro per la prima e da 0,6174 a 0,3674 per il secondo), con un effetto sui prezzi finali – quale somma dell’accisa tagliata e della relativa IVA – pari ad una diminuzione 0,305, mentre per il Gpl il taglio di accisa era di 0,047 euro/litro (da 0,147 a 0,100), con un effetto finale sul prezzo (ossia con IVA) pari a 0,057.
Il nuovo provvedimento costituisce una nuova proroga del taglio delle accise rispetto alla situazione antecedente il marzo 2022, per quanto depotenziandolo del 40 % su tutti e tre i prodotti, e comunque sempre con scadenza al 31.12.2022: le accise salgono di 0,100 euro/litro (da 0,4784 a 0,5784 per la benzina, da 0,3674 a 0,4674 per il gasolio), con IVA 0,122 euro/litro, e di 0,019 euro/litro per il Gpl (da 0,100 a 0,119), con IVA 0,023.
A seconda, insomma, di come si guardi il livello del bicchiere, aumentano le imposte ovvero cala lo sconto sulle imposte, sempre con un occhio su quanto succederà dopo la fatidica scadenza di fine anno per un provvedimento nel complesso assai oneroso, in termini di minore gettito fiscale, per il bilancio dello Stato.
Se si guarda alle dinamiche delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati (sulla base dei quali si fissano i prezzi finali al consumo) si registra quanto meno una circostanza singolare, ancorché del tutto fortuita: nei dieci giorni antecedenti la riduzione delle accise del 22.03.2022 la quotazione media CIF Mediterraneo della benzina era pari a 0,715 euro/litro e quella del gasolio a 0,824; nei dieci giorni dal 29 novembre all’8 dicembre – dopo la rimodulazione del D.L. 179/2022 – tali valori sono in media pari a 0,580 ed a 0,743 euro/litro. In sostanza, addizionando l’IVA, il peso del prodotto lavorato sul prezzo finale è calato di 0,164 euro/litro per la benzina e di 0,099 per la benzina; dato il mix dei consumi tra i due prodotti (benzina 35 %, gasolio 65 %) il peso del prodotto raffinato è sceso esattamente di 0,122 euro/litro. Circostanza fortuita, senz’altro, e mera singolarità statistica.
Come fa notare STAFFETTA (articolo del 7 dicembre) “In pratica il Cif Med ha annullato l’aumento d’accisa di 100 euro per mille litri sui carburanti in vigore dal 1° dicembre”.
Se si esaminano gli effetti sui prezzi praticati alla pompa, negli otto giorni consecutivi alla riduzione delle accise del 22 marzo 2022, il prezzo self della benzina scese da 2,122 a 1,840 euro/litro, con un calo di 0,282 euro/litro, e quello del gasolio da 2,102 a 1,832, con una flessione di 0,270, a fronte di un taglio di 0,305 (accisa + IVA sull’accisa).
Negli otto giorni consecutivi all’aumento dell’accisa del 1° dicembre il prezzo self della benzina varia da 1,643 a 1,723 euro/litro, con un aumento di 0,083, mentre quello del gasolio va da 1,725 a 1,795 euro/litro, con un aumento di 0,070, mentre ancora non si è ancora interamente riflesso sul prezzo finale (ma serve ancora qualche giorno tecnico) l’effetto del calo delle quotazioni dei prodotti finiti.
Il livello di questi prezzi resta inferiore a quello anteriore al D.L. 21/2022 del 22 marzo: per essere precisi inferiore di 0,399 euro/litro (da 2,122 a 1,723) per la benzina e di 0,307 euro/litro (da 2,102 a 1,795) per il gasolio.
Cosa succederà “dopo”, ossia con l’anno nuovo, è tutto da vedere: sul fronte delle accise dipenderà dalle risorse attivabili per mantenere uno sconto eguale o anche minore all’attuale, sul fronte dei mercati – ossia delle quotazioni dei prodotti raffinati – permangono tutte le incertezze determinate dalla situazione geopolitica, dalla disponibilità dei prodotti e dagli scenari economici generali quali l’inflazione, le politiche monetarie di contrasto, i rischi di recessione.
Nell’ambito dell’Unione Europea, gli interventi sulle accise sono stati azionati in misura più limitata di quelli operati in Italia: la riduzione più significativa è stata adottata dalla Germania (da 0,6545 a 0,3590 per la benzina, ancor più dell’Italia, ma da 0,4704 a 0,3300 per il gasolio), che però è rimasta in vigore solo da giugno ad agosto, mentre un’altra decina di Paesi (Belgio, Cipro, Croazia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Portogallo, Svezia ed Ungheria) ha ridotto limitatamente le accise, e di questi già cinque hanno rimodulato lo sconto in aumento o lo hanno addirittura azzerato al livello antecedente le riduzioni.
L’articolo CARBURANTI: TRA AUMENTO DELLE ACCISE E CALO DELLE QUOTAZIONI proviene da FIGISC – Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti.