LA FORMAZIONE DEI PREZZI DALL’EXTRA RETE ALLA RETE

Oggetto del presente studio è la formazione dei prezzi dall’extra rete alla rete, nelle varie componenti costitutive, dalla quotazione del prodotto raffinato al margine lordo tra prezzi di acquisto e di vendita al consumatore finale, esaminati nell’arco di un quinquennio da maggio 2018 e fino ad aprile 2023, suddiviso a sua volta in cinque periodi di dodici mesi ciascuno.

In premessa, si specifica doverosamente quanto segue:

  • si fa riferimento nell’analisi a quelle che sono le condizioni comuni al mercato “legale”, ossia a quello, per fortuna maggioritario, in cui singole componenti del prezzo (da quelle fiscali ovvero da quelle attinenti al prezzo del prodotto base) non siano alterate (alterando altresì le condizioni di concorrenza) da fenomeni di illegalità e contrabbando, precisazione necessaria data la diffusione di tali sacche nel mercato nazionali registrate con grande intensità nell’ultimo decennio;
  • tutti i dati che verranno sviluppati nello studio si assumono come medie nazionali nel caso di grandezze variabili (grandezze variabili sono i prezzi di vendita al consumo finale, i prezzi di cessione ai rivenditori finali – siano essi i gestori dei marchi integrati che gli operatori indipendenti -, i margini lordi che derivano dal saldo tra prezzo di vendita finale e prezzo di cessione – ossia di acquisto -), in quanto la loro variabilità dipende dalla scelta commerciale degli operatori e dalla varietà di prezzo applicata nell’ambito del territorio nazionale, mentre alcune grandezze vengono assunte come invariabili, quali, ad esempio, l’accisa, l’aliquota IVA, la quotazione del Platt’s, ma anche il costo della miscelazione dei biocarburanti ed il “premio” corrisposto dagli operatori indipendenti al fornitore di prodotto da extra rete;
  • sull’aspetto della variabilità dei prezzi finali al consumo (questione messa sotto i riflettori per le note norme sul “cartello del prezzo medio”), si può osservare che, ad esempio, sulla base di un’analisi condotta su trentacinque giornate del 2023, per la benzina in media si registrano, tra modalità self e servito, 963 prezzi diversi ogni giorno e 994 per il gasolio, che per la benzina self mediamente il 48,30 dei prezzi è più alto di quello medio nazionale, mentre il 50,61 % è più basso, che per la benzina servito il 52,07 % dei prezzi è più elevato di quello medio nazionale mentre il 47,48 % è più contenuto, che per il gasolio self mediamente il 44,31 dei prezzi è più alto di quello medio nazionale, mentre il 54,33 % è più basso, che per il gasolio servito il 52,67 % dei prezzi è più elevato di quello medio nazionale mentre il 47,03 % è più contenuto; e, ancora, che, per la modalità self per la benzina l’83,16 % dei prezzi è concentrato entro un delta di + o – 0,030 euro/litro rispetto alla media nazionale, quota che è del 79,47 % nel caso del gasolio; un tanto per evidenziare la necessità di fare riferimento ad un dato dei prezzi che, per quanto semplificato, rappresenta comunque una media attendibile per calcolare anche le altre grandezze di studio.

Un tanto premesso, dall’esame sviluppato analiticamente nei successivi Capitoli sulle grandezze significative della formazione dei prezzi emergono alcune rilevanti considerazioni:

  • se si confrontano i prezzi al consumo finale (cioè alla pompa), si può verificare che la differenza sensibile tra i marchi integrati e gli operatori indipendenti si registra solo nella modalità servito, mentre tende a ridursi, fino a diventare marginale, nella modalità self; nei cinque anni presi in esame nello studio, in media il delta in self segnala un prezzo più elevato per i marchi integrati sugli indipendenti di +0,022 euro/litro per la benzina e +0,024 per il gasoliosceso negli ultimi dodici mesi a una media rispettivamente di +0,006 e +0,009 -, mentre il delta in servito, segnala nel quinquennio, sempre rispettivamente per ciascun prodotto, una media di +0,147 e di +0,156 euro/litronegli ultimi dodici mesi una media di +0,138 e +0,142 -;
  • valutando il delta prezzi in media ponderata (cioè in ragione dell’apporto sulle vendite totali delle quote in volume di ciascuna delle due modalità, secondo criteri che verranno enunciati nei Capitoli successivi), i marchi integrati presentano, rispetto agli indipendenti, un prezzo più sostenuto nell’ordine di +0,047 euro/litro per la benzina e di +0,048 per il gasolio, con una tendenza a ridursi, negli ultimi dodici mesi a una media rispettivamente di +0,032 e +0,033 euro/litro: differenze sensibili, ma assolutamente non eccessive, che denotano un progressivo (almeno rispetto ad alcuni anni fa in cui risultavano assai più sensibili anche per la modalità self) allineamento del mercato tra i due segmenti di rete;
  • se si passa a confrontare – tralasciando per ora i fattori intermedi – il risultato del margine lordo si può verificare che anche in questo caso la differenza più avvertibile tra i marchi integrati e gli operatori indipendenti si nota nella modalità servito, mentre risulta abbastanza marginale, nella modalità self; nei cinque anni presi in esame nello studio, in media il delta in self segnala un margine lordo più elevato per i marchi integrati sugli indipendenti di +0,010 euro/litro per la benzina e +0,012 per il gasoliosceso negli ultimi dodici mesi a una media rispettivamente di +0,008 e +0,010 -, mentre il delta in servito, segnala nel quinquennio, sempre rispettivamente per ciascun prodotto, una media di +0,089 e di +0,097 euro/litronegli ultimi dodici mesi una media di +0,089 e +0,092 -;
  • così come per i prezzi al consumo finale, valutando il margine lordo in media ponderata (cioè in ragione dell’apporto sulle vendite totali delle quote in volume di ciascuna delle due modalità), i marchi integrati presentano, rispetto agli indipendenti, un margine più sostenuto nell’ordine di +0,026 euro/litro per la benzina e di +0,028 per il gasolio, con una tendenza stabile anche negli ultimi dodici mesi: differenze sostanzialmente contenute e, come si chiarirà di seguito, sostanzialmente del tutto annullabili per effetto di una sostanziale uniformità delle condizioni “evidenti” di fornitura ossia di un allineamento del mercato tra i due segmenti di rete;
  • tra i fattori di formazione del prezzo di cessione da extra rete agli operatori finali della rete (ovvero del prezzo di acquisto dei prodotti da parte di questi ultimi) sono stati considerati (a parte le imposte in misura o in aliquota fisse), la quotazione Platt’s CIF Med, il costo di miscelazione dei biocarburanti ed il “premio” pagato ai fornitori da parte degli operatori indipendenti; il fatto che la differenza tra i margini lordi ponderati tra self e servito attribuibili dalla nostra analisi agli operatori indipendenti e quelli attribuibili ai marchi integrati sia contenuta tra 0,028 e 0,028 euro/litro fa supporre motivatamente che anche i marchi integrati corrispondano un “premio” al fornitore in extra rete (ossia a loro stessi), che presenta una sostanziale uniformità con quello determinato (al netto del costo di miscelazione dei biocarburanti) per gli indipendenti, rilevato del valore medio nel quinquennio di 0,025 euro/litro, a comprova di quanto sostenuto appena più sopra, ossia di una uniformità delle condizioni “evidenti” di fornitura tra i due segmenti di rete;
  • diverse invece sono le situazioni delle condizioni del prezzo di cessione (o di acquisto) tra gli operatori indipendenti ed i gestori degli impianti dei marchi integrati: nella media quinquennale, infatti, il delta appare assai significativo: nella media quinquennale per la benzina in modalità self il prezzo di cessione per il gestore dei marchi integrati è più elevato di 0,116 euro/litro rispetto al prezzo di cessione agli indipendenti, più elevato di 0,254 euro/litro in modalità servito e di 0,144 in media ponderata tra le due modalità, valori che per il gasolio sono, rispettivamente, di +0,107, +0,251 e +0,133 euro/litro;
  • un tanto, come è noto, deriva dal fatto che i marchi petroliferi determinano un prezzo finale (il c.d. “prezzo consigliato”) al gestore a seconda della vendita del prodotto in modalità self o servito, e dal momento che al gestore viene accordato uno sconto (il c.d. “margine del gestore”) differenziato (in un caso esso è calcolato in maniera media unitaria) a seconda della modalità di vendita, il prezzo di cessione “complessivo” che le compagnie applicano al gestore è dato dalla differenza tra il prezzo consigliato al gestore e lo sconto riconosciuto al gestore stesso;
  • come osservato più sopra in relazione al margine lordo, ossia una sostanziale uniformità di valore in tutta la rete in quanto risulterebbero uniformi le condizioni di fornitura da extra rete per entrambi i segmenti (marchi integrati e operatori indipendenti, e salva la premessa che si parla di mercato “legale”), si deve concludere in sostanza che il ricavo industriale (per semplificazione il “margine lordo”), che incorpora sia tutti i costi (dal prodotto alla logistica, dalla gestione all’ammortamento degli investimenti) sia il risultato utile, sia omogeneo nel suo ammontare (ma non necessariamente nelle singole componenti di costo o risultato) sostanzialmente in tutta la rete, almeno mediamente; la differenza tra indipendenti e marchi integrati sta nel fatto per i primi la determinazione del prezzo finale è in disponibilità autonoma dell’operatore finale a valle del rapporto col fornitore, mentre i marchi integrati, svolgendo la doppia funzione di fornitori ed acquirenti determinano in entrambe le due parti della filiera, a monte ed a valle, il prezzo di cessione e quello di vendita;
  • la differenza tra i prezzi di vendita al consumo finale verificata tra marchi integrati ed operatori indipendenti, calcolata in media ponderata nel quinquennio in un delta di +0,047/+0,048 euro/litro, è costituita in buona parte dal margine del gestore degli impianti di marchio (calcolato in media ponderata nel quinquennio in 0,037 euro/litro), soggetto che ha una sua specifica gestione economica senza alcuna autonomia di gestione del prezzo d’acquisto e di quello di vendita, ed il cui margine è sostanzialmente condizionato dal delta di prezzo imposto tra modalità servito e modalità self, dalla quota di vendite in modalità servito e da una pressione concorrenziale che non è in grado di controllare e gestire se non in via indiretta da parte del fornitore e proprietario dell’impianto;
  • più sopra si è fatto riferimento alle condizioni “evidenti” di fornitura tra i due segmenti di rete (marchi integrati e operatori indipendenti); sul concetto di “evidenza” si chiarisce che tutte le analisi relative ai costi ed ai margini dei marchi integrati reggono se si presuppone che anche in codesta filiera il fornitore ceda il proprio prodotto alla propria rete di vendita alle condizioni a cui lo cede alla rete degli indipendenti, con una specifica attenzione alla componente più rilevante delle voci di costo, ossia la quotazione Platt’s CIF Med (che già incorpora un significativo delta tra quotazione del greggio e quotazione del prodotto raffinato, in quanto deve remunerare i costi di raffinazione); in caso diverso – e si deve auspicare che l’indagine dell’Antitrust in corso sulla formazione dei prezzi possa fare idonea luce -, tutto quanto finora analizzato assumerebbe ben scarso valore, restando validi solo i dati relativi agli operatori indipendenti.

 

L’articolo LA FORMAZIONE DEI PREZZI DALL’EXTRA RETE ALLA RETE proviene da FIGISC – Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti.

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