Roma, 25 luglio 2023
Spett.le UNEM
Spett.le ENI SpA
Spett.le ITALIANA PETROLI SpA
Spett.le KUPIT SpA
Spett.le TAMOIL ITALIA SpA
Spett.le FAIB Confesercenti
Oggetto: Iniziativa MiMIT su ipotesi riforma del settore. Richiesta confronto su temi e strategie.
Egregio Presidente, gentili signori,
le scriventi Federazioni intendono richiamare la loro attenzione sull’opportunità che – nelle more dell’approfondimento dei temi evocati dal Mimit sulla volontà di addivenire ad una riforma – il settore faccia i necessari approfondimenti con l’obiettivo di esplorare le necessarie convergenze che consentirebbero di dare un contributo fattivo, informato e partecipato al tavolo di riassetto del comparto. Ciò per evitare che il Ministero proceda unilateralmente (come ha già annunciato a più riprese) e che il settore si ritrovi a fronteggiare una riforma della quale, al momento, i contenuti appaiono incerti e nebulosi.
Le recenti iniziative assunte dalla X Commissione della Camera dei Deputati (a firma, degli On.li Appendino, Peluffo e Zucconi primi firmatari) – ancorché non ancora concretizzatesi con l’approvazione di una risoluzione che impegni il Governo a procedere in una direzione definita – sono indicative dell’attenzione che da circa 6 mesi, ha riportato alla ribalta il tema.
Di fronte a tale dibattito istituzionale – peraltro oggetto di una lunghissima serie di audizioni che ci hanno visto tutti coinvolti – a nostro avviso sarebbe colpevole rimanere alla finestra scegliendo una posizione di neutralità di fronte alla formazione di scelte che, certamente, potranno influenzare il futuro di tutto il settore. Scegliendo una direzione piuttosto che un’altra.
Nel contempo non possono essere sottaciute le conclusioni cui l’Agcm è giunta al termine dell’Indagine Conoscitiva IC 54: conclusioni che hanno ribadito l’assoluta trasparenza dei comportamenti del settore e l’alto livello di concorrenza che si è realizzato negli ultimi venti anni.
Dal nostro punto di vista, però, occorre aggiungere – per ristabilire qualche punto fermo – che questo obiettivo di “deregolamentazione senza regole” ha essenzialmente impoverito economicamente e contrattualmente la Categoria dei Gestori sui quali sono passati quasi tutti i tentativi di spacciare efficienza ed ammodernamento, con taglio dei diritti e riduzione dei margini unitari. Sono stati, quindi, i Gestori che, in primis, hanno subito gli effetti del riassetto del comparto.
Certo il disfacimento delle regole, che ad una prima, superficiale lettura da parte dei fautori più accesi, sembrava potesse favorire la competitività dei soggetti operanti a monte delle attività di gestione, si è rivelata, alla fine, un’arma a doppio taglio che ha finito per travolgere e stravolgere il settore che ha perso di efficienza e competitività creando una miriade di “invisibili” che, prima o poi, si affacceranno alla finestra di un settore incapace di avere un respiro di scenario, per reclamare quanto è stato loro tolto.
E’ stata, di fatto – con la tolleranza di tutti i Governi degli ultimi 20 anni – consentita una “libera uscita” dalla regolamentazione che non ha tenuto conto della strategicità del settore e delle implicazioni che ciò avrebbe comportato. Magari con la segreta speranza che il settore stesso, nella sua parte integrata, tenesse da solo il timone di una barca ormai lasciata in balia delle correnti.
A pagare questo scollamento, oltre ai Gestori, sono stati anche gli operatori che, per semplicità definiamo con il termine onesti: onesti per vocazione o per impossibilità di violare, sistematicamente, le regole. Ma, questo, oggi non basta!
C’è la necessità, dal nostro punto di vista, di provare a riannodare i fili del ragionamento complessivo, uscire dall’ipocrisia di questi ultimi anni e chiamare le cose con il loro vero nome. Ma, soprattutto, ripristinare quelle regole che, insieme alla certezza del diritto, sono i tratti fondamentali di uno Stato moderno e, insieme, l’unica garanzia di futuro (prospero) per il settore.
A ben vedere l’interesse del perseguimento di questo obiettivo (come anche il recente studio dell’Istituto Bruno Leoni conferma), può essere raggiunto attraverso la convergenza su alcuni elementari principi sui quali, verbalmente, abbiamo sempre trovato convergenze.
Forse, continuare ad evitare il confronto sugli “scenari politici” complessivi (e non sugli aspetti economici) agitando lo spettro dell’Agcm, non ci sembra una scelta saggia: abbiamo oggi la necessità (e l’opportunità) di tentare di dare al settore una “sola voce” – pur nell’articolazione delle posizioni – per interloquire con le istituzioni per costruire un progetto di riforma che ci riguarda tutti.
Per questi motivi – sinteticamente illustrati – chiediamo di avviare un primo confronto con tutti i soggetti in indirizzo, per esaminare le cose che ci uniscono e la mediazione su quelle che ci dividono per trovare una sintesi che sia condivisibile e contributo univoco alle istituzioni preposte all’adozione di iniziative legislative.
E’ intendimento delle scriventi, infine, inviare analoga comunicazione ad Assopetroli per avviare, anche con tale organizzazione – dalle specifiche peculiarità della rappresentanza – un confronto per verificare se esistano spazi (che a nostro avviso sono concreti) per cercare – in una seconda fase – una sintesi dell’intero settore.
I tempi, a nostro avviso sono estremamente ristretti per cui sarebbe opportuno, tenere, già prima della fine del mese, una prima riunione (che potrebbe avvenire anche in una delle nostre sedi).
Rimaniamo in attesa di un cortese cenno di riscontro e dell’indicazione della vostra disponibilità a partecipare all’incontro richiesto In una data da convenirsi per le vie brevi.
FEGICA FIGISC
L’articolo RIFORME SETTORE: FEGICA E FIGISC INVITANO UNEM AL CONFRONTO proviene da FIGISC – Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti.