SINTESI
Ormai è trascorso un anno dalla emanazione del DL 14 gennaio 2023, n. 5, che ha istituito la pubblicazione del c.d. “prezzo medio” e l’obbligo di esposizione del relativo cartello, norma diventata esecutiva a far data dal 01.08.2023, ma ancora oggetto di contenzioso. Nell’imminenza della discussione di merito da parte del Consiglio di Stato sui ricorsi e sulle sentenze TAR Lazio pendenti – fissata ormai ad horas per l’8 febbraio prossimo -, si coglie l’occasione per tracciare un bilancio sugli eventuali e non scontati effetti di tale provvedimento sui prezzi.
Di primo acchito, sussiste una impressione di scetticismo sulla possibilità che la norma abbia esercitato un qualche effetto sulle dinamiche dei prezzi, scetticismo largamente diffuso nell’opinione comune e supportato, in verità, da alcuni elementi intuitivi non particolarmente complessi. Tuttavia, non essendo corretto fondare conclusioni su impressioni e/o pregiudizi, si è ritenuto di procedere ad un approfondimento tecnico.
Tale approfondimento analizza gli eventuali cambiamenti intercorsi tra il periodo temporale antecedente l’esecutività della norma e quello successivo. Per questa finalità si è suddiviso l’anno 2023 in due fasi temporali dal 1° gennaio al 31 luglio e dal 1° agosto (data di avvio dell’esecutività materiale) al 31 dicembre. L’anno 2023 è stato un esercizio in cui il tema del cartello del prezzo medio è stato sempre attivo, dalle prime battute ad inizio anno all’entrata in vigore, dai ricorsi alla sospensione ed infine al ripristino della sua esecutività. Si è scelto, inoltre, di affiancare una terza fase temporale dal 1° ottobre al 31 dicembre 2022, periodo in cui il cartello non era all’ordine del giorno (ed in cui era cominciato un graduale ripristino del livello delle accise dopo la riduzione attivata nel marzo 2022 per contrastare il caro-carburante esploso dopo l’inizio della guerra russo-ucraina); e ciò al fine di rilevare in una fase “neutra” le dinamiche dei prezzi.
Per l’analisi sono stati materialmente processati tutti i prezzi self di benzina e gasolio di 457 giornate consecutive (01.10.2022-31.12.2023) per un numero di 18.058.394 prezzi, contenuti nei files giornalieri degli Open Data del MIMIT.
I punti oggetto di analisi e le conclusioni sintetiche cui si è giunti costituiscono il contenuto dello studio e sono di seguito così riassunti:
A.SE LA NORMA ABBIA ESERCITATO UN EFFETTO POSITIVO SUL PREZZO FINALE, CALMIERANDONE IL LIVELLO
La media del prezzo nel periodo 01.10.2022-31.12.2022 (d’ora in poi “FASE 1”) è stato di 1,687 €/litro per la benzina e di 1,806 per il gasolio; nel periodo 01.01.2023-31.07.2023 (d’ora in poi “FASE 2”) la media del prezzo è stata di 1,850 €/litro per la benzina e di 1,765 per il gasolio, infine, nel periodo 01.08.2023-31.12.2023 (d’ora in poi “FASE 3”) i valori della media sono stati, rispettivamente, di 1,891 e 1,840 €/litro.
NONOSTANTE SIA STATA PIÙ VOLTE ENUNCIATA IN FASE TEMPORANEAMENTE DISCENDENTE DEI PREZZI, LA TESI CHE LA NORMA SULL’OBBLIGO DI ESPOSIZIONE DEL CARTELLO DEL PREZZO MEDIO ABBIA AVUTO UNA QUALCHE PROATTIVITÀ SUL LIVELLO DEI PREZZI, TALE ASSUNTO SI DIMOSTRA DEL TUTTO INFONDATO, DAL MOMENTO CHE PROPRIO NELLA FASE 3 (POSTERIORE ALL’ENTRATA IN VIGORE DELL’OBBLIGO), SIA NEL SUO COMPLESSO CHE IN RIFERIMENTO A SPECIFICI PERIODI MENSILI, SI REGISTRA IL LIVELLO DEI PREZZI PIÙ SOSTENUTO.
B.SE LA NORMA ABBIA ESERCITATO UN EFFETTO POSITIVO ANCHE SOLO SU SPECIFICI FATTORI DEL PREZZO
I fattori del prezzo sono sostanzialmente tre:
- l’accisa ivata;
- il costo del prodotto (identificato nella quotazione Platt’s CIF Mediterraneo di benzina e gasolio) ivato;
- il margine industriale lordo ivato del sistema distributivo.
Dei fattori citati:
- il primo è determinato dalle politiche fiscali dello Stato nazionale;
- il secondo è determinato dal mercato internazionale in funzione della domanda e dell’offerta dei raffinati;
- il terzo è determinato dalle esigenze di sostenibilità economica del sistema distributivo locale.
L’INCIDENZA DEL FATTORE ACCISA COSTITUISCE UN ONERE FISSO INCORPORATO AL PREZZO FINALE (CHE NE DETERMINA IL LIVELLO), NON INFLUENZABILE DAI FATTORI DINAMICI TIPICI DEL MERCATO E DEL SISTEMA DISTRIBUTIVO (COSTO PLATT’S, MARGINI INDUSTRIALI) SUI QUALI ULTIMI VA INDIRIZZATA L’ANALISI DELLA FORMAZIONE DEL PREZZO.
IN GENERE, LE VARIAZIONI DEL MARGINE INDUSTRIALE SI MODIFICANO IN DIREZIONE OPPOSTA A QUELLE DEL PLATT’S, TENDENDO A COMPENSARSI, SIA PER CONTENERE EFFETTI TROPPO REPENTINI SUL PREZZO FINALE, SIA PER MANTENERE, ENTRO LIMITI DI ELASTICITÀ, IL LIVELLO DEL MARGINE INDUSTRIALE (INCOMPRIMIBILE OLTRE UNA CERTA SOGLIA). TALE VARIAZIONE, PERÒ, NON È SEMPRE ESATTAMENTE COMPENSATA ED UN TANTO DETERMINA MODERATE OSCILLAZIONI DEL PREZZO.
IN TALE DINAMICA CONSOLIDATA NON È DATO RISCONTRARE (NÉ CIÒ POTREBBE ESSERE RAGIONEVOLMENTE POSSIBILE) UN QUALCHE EFFETTO ATTRIBUIBILE ALLA NORMATIVA SUL CARTELLO DEL PREZZO MEDIO.
NONOSTANTE SIA STATA ENUNCIATA ANCHE LA TESI CHE LA NORMA SULL’OBBLIGO DEL CARTELLO DEL PREZZO MEDIO ABBIA AVUTO UNA QUALCHE EFFICACIA PER ABBASSARE IL LIVELLO DEI MARGINI INDUSTRIALI, TALE ASSUNTO SI DIMOSTRA ANCH’ESSO INFONDATO, DAL MOMENTO CHE DURANTE LA FASE DI VIGENZA DEL PROVVEDIMENTO IL LIVELLO DEI MARGINI È SOLO STATO COERENTE CON LA MEDIA DEI PERIODI ANTECEDENTI OD È STATO ANCHE PIÙ SOSTENUTO.
C.SE LA NORMA ABBIA ESERCITATO UN EFFETTO MODIFICATIVO DEL POSIZIONAMENTI DEI PREZZI RISPETTO ALLA MEDIA
Esistendo una grande varietà di prezzi è consolidato che tale molteplicità si posizioni con X prezzi sopra la media, Y prezzi sotto la media, Z prezzi uguali alla media (in questo caso molto pochi in verità in quanto la media può essere benissimo un valore astratto che non ha nessuno esatta corrispondenza con i prezzi reali).
PUR NON RITENENDO PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVO IL POSIZIONAMENTO “GREZZO” DELLE QUOTE DI PREZZI SOPRA, SOTTO OD IN CORRISPONDENZA DELLA MEDIA GIORNALIERA DEL PREZZO (RISULTATO DI UNA COLLOCAZIONE CASUALE IN DIPENDENZA DI UNA GRANDE VARIETÀ DI PREZZI E DI UNA SOSTENUTA VOLATILITÀ NEI SINGOLI MESI), SI DEVE TUTTAVIA NOTARE CHE, ANCHE DOPO L’ENTRATA IN VIGORE DELLA NORMA SUL CARTELLO DEL PREZZO MEDIO, LA QUOTA DI PREZZI SOPRA MEDIA HA REGISTRATO VALORI SUPERIORI SIA ALLA MEDIA DELL’INTERO PERIODO SIA, AD ESEMPIO, ALLA PRIMA FASE (OTTOBRE-DICEMBRE 2022).
DALLA DISAMINA NON È DATO RISCONTRARE, PERTANTO, UN QUALCHE SENSIBILE EFFETTO PROATTIVO ATTRIBUIBILE ALLA NORMATIVA SUL CARTELLO DEL PREZZO MEDIO.
D.SE LA NORMA ABBIA PRODOTTO UN EFFETTO DISSUASIVO SUI PREZZI PIÙ ELEVATI
È stata data attenzione ai prezzi particolarmente elevati (che sono, peraltro, quelli che destano maggior clamore mediatico), con la finalità di evidenziare “quanti” sono i prezzi (ed in che percentuale sul totale di tutti prezzi) superiori di 0,150 €/litro sulla media del prezzo.
PUR REGISTRANDOSI NEL 2023 RISPETTO AL 2022 UNA CONTRAZIONE SIGNIFICATIVA DEL NUMERO DEI PREZZI ECCEDENTI DI OLTRE 0,150 €/LITRO LA MEDIA GIORNALIERA DEL PREZZO, SI EVIDENZA COMUNQUE UNA LIEVITAZIONE DI TALI CASI ANCHE NELL’ULTIMO BIMESTRE 2023, OSSIA DOPO L’ENTRATA IN VIGORE DELLA NORMA SUL CARTELLO DEL PREZZO MEDIO.
DALLA DISAMINA NON È DATO AFFATTO RISCONTRARE UNA RELAZIONE CON LA NORMATIVA SUL CARTELLO DEL PREZZO MEDIO, QUANTO UNA MARCATA CORRELAZIONE INVERSA CON IL LIVELLO DEL PREZZO MEDIO GIORNALIERO: CRESCENDO IL PREZZO MEDIO, SCENDE IL NUMERO DEI PREZZI OLTRE SOGLIA E VICEVERSA.
E.SE LA NORMA ABBIA PRODOTTO UN EFFETTO DI CONVERGENZA VERSO IL PREZZO MEDIO
L’AGCM in merito al provvedimento aveva fatto notare che la “trasparenza” del prezzo medio avrebbe potuto indurre fenomeni di convergenza verso il prezzo medio, con particolare attenzione alla possibilità che i prezzi più bassi tendessero a posizionarsi verso la media con un effetto a sfavore della convenienza per l’utente.
Particolare attenzione si è posta, pertanto, ad analizzare gli spostamenti che avvengono in prossimità del prezzo medio, con la definizione di una serie di cluster progressivi che definiscono spread sempre più ristretti (prezzi superiori, inferiori, compresi entro uno spread di 0,050, 0,040, 0,030 e 0,020 €/litro in più od in meno del prezzo medio) conteggiando il numero e la quota percentuale dei prezzi che si movimentano entro questi limiti, quali indici di eventuale convergenza sul prezzo medio.
IN VIGENZA DELL’OBBLIGO DI PUBBLICIZZAZIONE DEL PREZZO MEDIO (FASE 3) RISULTANO MODERATI O MARGINALI INDICI DI CONVERGENZA RISPETTO ALLA FASE 2 (OBBLIGO NON VIGENTE) PER LA BENZINA, MENTRE GLI INDICI SONO PIÙ EVIDENTI PER IL GASOLIO. NEL COMPLESSO, TUTTAVIA, IL NUMERO DEI PREZZI CHE CONVERGONO DAL BASSO VERSO LA MEDIA (CHE SONO PIÙ NUMEROSI) OPPURE DALL’ALTO VERSO LA MEDIA RAPPRESENTA QUOTE MODESTE E PERSINO MARGINALISSIME RISPETTO AL TOTALE DEI PREZZI. TALE CIRCOSTANZA DETERMINA CHE I PROCESSI DI CONVERGENZA ABBIANO EFFETTI ASSAI DEBOLI SUL LIVELLO DEL PREZZO MEDIO, MISURABILI IN VALORI DI QUALCHE MILLESIMO DI EURO/LITRO.
DALLA DISAMINA NON È DATO RISCONTRARE CHE LA NORMATIVA SUL CARTELLO DEL PREZZO MEDIO ABBIA INCENTIVATO TENDENZE ALLA CONVERGENZA DEI PREZZI TALI DA COSTITUIRE UN AGGRAVIO DI COSTO PER IL CONSUMATORE.
Conclusivamente, alla luce dei dati compulsati e delle analisi svolte,
EMERGE UN BILANCIO SOSTANZIALMENTE NEUTRO: LA NORMA, CIOÈ, NON HA PRODOTTO EFFETTI NEGATIVI QUALI LA PAVENTATA CONVERGENZA DEI PREZZI CON CONSEGUENTE DANNO AL CONSUMATORE, MA ALTRESÌ NON HA GENERATO ALCUNA PROATTIVITÀ PER IL CONSUMATORE NÉ SUL LIVELLO DEI PREZZI IN GENERALE, NÉ SU ALCUNI SPECIFICI FATTORI DEL PREZZO, NÉ, INFINE, UNA RIDUZIONE DEL NUMERO DEI (POCHI INVERO) PREZZI PARTICOLARMENTE SUPERIORI AL PREZZO MEDIO.
L’articolo INDAGINE SUI PREZZI E RELAZIONE CON IL DL 5/2023 proviene da FIGISC – Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti.