All’atto della chiusura di questo studio mancano ormai circa 48 ore – considerato che la Magistratura Amministrativa in data 26 luglio si è pronunciata sul ricorso avverso il D.M. MIMIT 31.03.2023 presentato presso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (N. 09552/2023), rigettando la richiesta di sospensione cautelare con Ordinanza n. 04636/2023, contro alla quale è stato ulteriormente opposto l’appello al Consiglio di Stato – all’entrata in vigore dell’obbligo di esposizione presso i punti vendita carburanti del “cartello” dei prezzi medi regionali, e del prezzo medio nazionale per gli impianti autostradali, prevista a partire dal 1° agosto 2023.
[Nella richiamata Ordinanza n. 04636/2023, il TAR motiva il rigetto della sospensiva con la motivazione che «le parti ricorrenti non hanno, infatti, indicato alcun elemento concreto che renda plausibile la dedotta insostenibilità sul piano organizzativo dell’adeguamento ai nuovi obblighi, aventi contenuto analogo a quelli introdotti da oltre un decennio».
Può darsi che la rappresentazione «delle parti ricorrenti» non sia stata particolarmente efficace.
Tuttavia, è opportuno riferire una curiosità sugli obblighi derivanti dall’esposizione del “prezzo medio” (e sulle conseguenti sanzioni in caso di mancata ottemperanza): per questo aspetto ci dovremo riferire ancora alla disposizione sui “prezzi medi regionali” – anche se esula dallo stretto campo di questo studio sulla rete autostradale.
Negli ultimi otto anni (ossia in un periodo che va dal 28.07.2015 al 27.07.2023) su 2.922 giornate di osservazione, in media tra le regioni, il “prezzo medio regionale” della benzina è variato in 2.145 giornate (mentre solo in 777 è rimasto invariato), ossia nel 73,42 % delle giornate (ogni 3 per 4!), quello del gasolio, sullo stesso numero di giornate, è variato in 2.173 giornate (solo in 749 è rimasto invariato), ossia nel 74,37 % dei casi (anche in questo caso ogni 3 per 4!).]
Vale nuovamente richiamare, sul tema, che l’AGCM, Autorità garante della concorrenza e del mercato, sia nella Audizione presso la X^ Commissione della Camera dei deputati del 27 gennaio 2023, sia nelle conclusioni dell’indagine conoscitiva avviata il 24 gennaio 2023 IC 54 (“I prezzi dei carburanti per autotrazione: dinamiche concorrenziali dall’estrazione alla distribuzione”) appena pubblicate, ha sviluppato alcune considerazioni salienti che di seguito si riportano integralmente:
«un impianto di distribuzione di carburanti risulta effettivamente in concorrenza soltanto con gli impianti situati a pochi chilometri di distanza (o, alternativamente, raggiungibili in un tempo di percorrenza limitato), in quanto soltanto gli impianti più vicini possono costituire una concreta alternativa per il consumatore che necessita di rifornire la propria vettura. La dimensione regionale risulta, in altri termini, di gran lunga eccedente l’insieme dei distributori di carburanti che effettivamente potrebbero risultare, per i consumatori, alternativi a un dato impianto. Potrebbe pertanto facilmente verificarsi che, per motivi collegati ai costi e alla logistica, alla densità di distributori, nonché al livello della domanda, il prezzo in una determinata sottozona sia diverso da quello medio regionale, che quindi costituirebbe, in questo senso, un indicatore non rappresentativo della situazione locale e, come tale, poco utile al consumatore» [Audizione del 27.01.2023]
«la propensione ad attività di “market search” è lievemente divergente per i consumi sulla rete stradale e autostradale, presumibilmente in ragione del diverso framework, già sopra accennato, in cui si effettuano le decisioni sul rifornimento in autostrada: infatti, il 56,3% del campione ha dichiarato di informarsi abitualmente per confrontare i prezzi di vendita prima di scegliere la stazione di rifornimento sulla rete stradale, percentuale che scende al 45,8% sulla rete autostradale. Quanto alle modalità concrete di confronto, l’osservazione diretta dei cartelli esposti è la pratica più diffusa tra i consumatori intervistati (rispettivamente l’83,8% e l’82,4% per rete stradale e autostradale vi ricorre spesso o molto spesso). Percentuali significative di consumatori, peraltro, ricorrono “spesso o molto spesso” ad app/siti specializzati (40,3% su rete stradale e 51,5% su rete autostradale) e all’apposito sito “Osservaprezzi” previsto dalla legge e gestito dal MIMIT (20,6% e 31,7%).» [Conclusioni Indagine conoscitiva IC 54]
«la diffusione presso i distributori di un prezzo medio non solo non contiene alcun valore informativo aggiuntivo per i consumatori, data la scarsa rappresentatività di tale dato dell’effettivo contesto competitivo locale» [Conclusioni Indagine conoscitiva IC 54]
«l’obbligatoria indicazione presso gli impianti di distribuzione del prezzo medio rispetto ad ampie aree geografiche – regionale per la rete ordinaria, nazionale per quella autostradale – non sembra poter garantire alcuna sostanziale utilità per i consumatori, visto il già citato ambito locale di scelta dell’impianto di rifornimento. Anzi, come già evidenziato dall’Autorità in sede di audizione parlamentare, non si può escludere che la diffusione di tali informazioni possa determinare effetti negativi, facilitando la convergenza degli operatori su politiche di prezzo sostanzialmente allineate intorno a un comune indicatore di riferimento.» [Conclusioni Indagine conoscitiva IC 54]
«Gli interventi volti a garantire la correttezza delle informazioni rese al pubblico e una loro maggiore fruibilità rispetto all’effettivo ambito di scelta vanno nella direzione di aumentare la trasparenza a effettivo beneficio dei consumatori. Strumenti come l’app di recente prevista dal d.l. n. 5/2023, così come convertito in l. n. 23/23, e conseguente D.M. 31 marzo 2023, sono pertanto da salutare con favore, in particolare qualora consentano all’utente di impostare una ricerca sulla base di propri criteri di scelta.» [Conclusioni Indagine conoscitiva IC 54]
Le considerazioni svolte da Antitrust sostengono, in sostanza che il consumatore effettua le proprie scelte su una dimensione territoriale di prossimità, è attento alla convenienza del prezzo, con una significativa quota di utilizzazione degli strumenti informatici sui prezzi, e che un’informazione che non appare mirata alla dimensione territoriale, generica ed astratta – quale il “prezzo medio regionale” – non apporta nulla di aggiuntivo od utile al consumatore, sviluppando, per contro, qualche “effetto indesiderato”.
A sua volta, la rete distributiva ed il mercato offrono un’amplissima varietà di prezzi, circostanza il cui valore, però, per il consumatore è del tutto trascurabile, in quanto questo livello di concorrenza ha per lui un’importanza circoscritta all’ambito strettamente funzionale alle proprie esigenze di rifornimento ed al proprio areale di mobilità.
Proprio questa varietà – declinata a tutti i livelli – rende oggettivamente ridondante e superfluo qualunque riferimento ad un qualsiasi “prezzo medio”: altro non è per il consumatore che un numero banale dal punto di vista statistico, del tutto astratto ed estraneo alle proprie esigenze, non costituisce alcun bechmark di riferimento, né costituisce un indicatore per “trattare” il prezzo presso gli impianti della rete ovvero, ancora, per esercitare la fruizione di un supposto “diritto al prezzo medio”.
Il valore oggettivo del “prezzo medio”, a qualunque livello sia espresso, non ha interesse neppure per chi ci ha costruito sopra una norma, in quanto ormai rimane un aspetto residuale affidato alle cure degli Organi di controllo, ovvero tutt’al più da utilizzarsi per ragioni puramente mediatiche.
Nel presente studio si riprende, LIMITATAMENTE AI PRODOTTI BENZINA E GASOLIO E PRENDENDO IN ESAME LA RETE AUTOSTRADALE, la tematica dei “quali e quanti prezzi” già affrontata da FIGISC ANISA CONFCOMMERCIO nel mese di gennaio (cfr. “A proposito di prezzi medi. Quanti sono i prezzi e quanto è il prezzo?” del 29 gennaio 2023) e nel mese di luglio (cfr. “Ancora a proposito di ‘prezzi medi’: curiosità per addetti ai lavori, utilità quasi zero per consumatori” del 16 luglio 2023) e pertanto si articola in una analisi campionaria a livello nazionale.
La norma, di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, coordinato con la legge di conversione 10 marzo 2023, n. 23, prevede, infatti, che il “prezzo medio” per la rete autostradale è la media aritmetica, su base nazionale, dei prezzi comunicati dagli esercenti operanti lungo la rete autostradale.
Lo specifico segmento della rete distributiva delle autostrade è, come noto, gravato da specifiche particolarità che riguardano i prezzi, ed in primis dalla persistenza di marcati gap concorrenziali del prezzo dei carburanti sulla rete autostradale rispetto al pricing della rete stradale (nel 2022 sui 9-10 centesimi/litro di differenza in più), dovuti alla competitività negativa dei prezzi, gravati, in ragione di circa 8 cent/litro, da royalty a favore dei soggetti Concessionari.
Anche su ciò si richiama che l’AGCM – Autorità garante della concorrenza e del mercato – ha di recente (in data 07.07.2023) pubblicato le conclusioni della Indagine Conoscitiva IC 54 (PREZZI DEI CARBURANTI PER AUTOTRAZIONE: DINAMICHE CONCORRENZIALI DALL’ESTRAZIONE ALLA DISTRIBUZIONE) avviata con Provvedimento del 24.01.2023.
Nell’executive summary (ma altri passaggi sono contenuti nel corposo testo del documento), AGCM formula il seguente passaggio:
«Dagli approfondimenti condotti nell’ambito dell’IC54 è emerso che:
….
- specificamente per la rete autostradale, dove i prezzi dei carburanti risultano sistematicamente più elevati che sulla rete stradale ordinaria, sono emerse criticità in relazione all’attuale modello concessorio, segnatamente le royalty applicate e gli oneri di servizio richiesti ai sub-concessionari: si tratta di condizioni che, tanto più a fronte del trend di diminuzione dei consumi, sono suscettibili di influire sull’efficienza dei servizi e sui prezzi praticati ai consumatori, nonché sulla stessa sostenibilità economica per gli operatori;»
Un tanto premesso, e premettendo anche che – anche in considerazione dell’arco temporale in cui sono state effettuate le osservazioni per lo studio – non sono i prezzi nel loro valore corrente ad assumere rilevanza (essi possono variare a seconda della data di rilevazione), ma bensì le classi statistiche e di relazione tra i prezzi, rimettendo a ciascuna sezione la trattazione analitica, a livello metodologico le osservazioni sintetiche che si possono fare sono le seguenti:
-a livello nazionale, si è inteso analizzare quanti sono i prezzi, come sono distribuiti e quali le differenze tra essi e rispetto alla media:
- è stata analizzata una quantità di dati pari a 15.148 prezzi, corrispondenti ad altrettante comunicazioni dei punti vendita;
- sul totale di 15.148, 3.610 sono riferiti alla benzina in modalità servito, 3.954 alla benzina in modalità self, 3.619 al gasolio in modalità servito e 3.965 al gasolio in modalità self (si ricorda che la rete autostradale conta, in tutto, circa 450 aree di servizio);
- le giornate analizzate sono in numero di 9;
- i prezzi diversi sono molti: in un solo giorno medio per la benzina (sommando le due modalità di servizio) ben 208, per il gasolio ben 237,
- tale varietà ha diffusione generale sulle autostrade e non registrabile in valori disomogenei tra l’una o l’altra autostrada;
- in modalità “self”, rispetto al “prezzo medio” circa il 69,40 % per la benzina e il 65,65 % per il gasolio degli impianti pratica un prezzo che si colloca fra +0,030 e -0,030 euro/litro (ossia in tutto una forbice di 0,060 euro/litro), in quanto i prezzi in tale modalità sono pressoché allineati tra la rete delle major petrolifere e quella degli operatori indipendenti e delle “pompe bianche”;
- in modalità “servito” – anche se tale modalità non viene considerata per il calcolo del “prezzo medio” dettato dalla normativa – rispetto al “prezzo medio” circa il 32,63 % per la benzina e il 35,07 % per il gasolio degli impianti – ossia meno del 50 % sul totale, mentre più del 50 % del totale rappresenta la somma delle “code” con prezzi più alti o più bassi dei limiti indicati – pratica un prezzo che si colloca fra +0,050 e -0,050 euro/litro (ossia in tutto una forbice di 0,100 euro/litro);
- dividendo il totale dei prezzi per il numero dei prezzi diversi, in modalità self, per ogni prezzo diverso si possono associare da 4,34 a 4,86 punti vendita, mentre per la modalità servito tali valori scendono tra 2,99 e 3,43.
-a livello di specifiche autostrade, si è inteso analizzare quanti sono i prezzi eguali e diversi all’interno della stessa autotrada:
- su una analisi campionaria articolata in numero 6 giornate di osservazione ed in numero 9 autostrade scelte in quanto significative per numero di aree di servizio, all’interno della stessa autostrada (per stessa s’intende la medesima denominazione, A1, A2, ecc.), nel complesso, due terzi del totale dei prezzi sono costituiti da prezzi diversi entro la medesima autostrada, contro un terzo di prezzi coincidenti.
ANCHE PER LA RETE AUTOSTRADALE, INFINE, SI CONFERMA LA CONCLUSIONE GIÀ ENUNCIATA IN RIFERIMENTO ALLE INDAGINI SUI PREZZI DI TUTTA LA RETE, CHE, CIOÈ IL “PREZZO MEDIO” DOVREBBE RIMANERE UN MERO AMBITO DI INTERESSE STATISTICO, E CHE – PROPRIO IN FUNZIONE DELLA GRANDE DIVERSITÀ E VARIABILITÀ DEI PREZZI PRESSO TUTTI I LIVELLI DELLE RETI E DEL TERRITORIO – IL MEDESIMO NON RAPPRESENTA NULLA DI PRATICAMENTE UTILE PER IL CONSUMATORE.
L’articolo ANCORA SUI “PREZZI MEDI”: LA RETE AUTOSTRADALE proviene da FIGISC – Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti.