Razionalizzare e ammodernare la rete autostradale e riaffermare la centralità del gestore
Le tre Federazioni dei gestori carburanti hanno incontrato lo scorso 14 aprile la Direzione Generale per le strade e le autostrade e l’alta sorveglianza sulle infrastrutture stradali e la vigilanza sui contratti concessori autostradali per partecipare alle consultazioni degli stakeholders e discutere della revisione del decreto interministeriale del 7 agosto 2015 sul piano di ristrutturazione delle aree di servizio sulla rete autostradale.
Faib Fegica e Anisa hanno sottolineato diversi profili di criticità, già più volte ribaditi nel corso delle audizioni con gli organismi competenti, sia in sede parlamentare che ministeriale che di autority.
Innanzitutto, i rappresentanti sindacali hanno evidenziato la necessità di giungere in tempi brevi alla razionalizzazione della rete con la chiusura di circa 100 aree di servizio, con equo indennizzo per il gestore, richiamando in questo senso anche l’accordo firmato con Aspi e con Unione Petrolifera nel 2017, anche alla luce della nuova mobilità e della mutata realtà di mercato sul segmento autostradale. Le sigle dei gestori hanno poi ribadito il No alle food driven o alle aree in accorpamento, rilevando che le aree che vengono considerate critiche ai fini dell’equilibrio di gestione devono essere chiuse. Faib Fegica e Anisa hanno ribadito la centralità del gestore e il necessario riconoscimento della continuità gestionale quale garanzia di servizio e di qualità a presidio di un primario servizio pubblico. Per le sigle sindacali la questione Autostrade è parte integrante del PNRR e della doppia transizione energetica e digitale. Con l’innovazione tecnologica il gestore deve diventare “il gestore della mobilità” cioè colui che attende a tutte le funzioni relative alla mobilità e non soltanto il venditore di combustibili fossili. Quindi elettrico, metano, gpl, idrogeno, tutto deve essere posizionato, per le ragioni di logistica e di sicurezza, nelle aree di servizio esistenti e a ciò preposte, e in capo al gestore. Il principio della centralità del gestore va quindi declinato nel senso di una elevata professionalità e capacità di gestione di servizi complessi. Per perseguire tale principio occorre – anche ai fini degli equilibri gestionali – che tutte le attività sotto pensilina siano in capo al gestore che deve anche avere la possibilità, come previsto dalla legge, di esercitare la somministrazione nello spazio a lui destinato, sia per un servizio diversificato e veloce sia per una corretta concorrenza che non deve venire mai meno, neanche in autostrada. Per questo occorre prevedere nei bandi di gara in modo adeguato investimenti sui locali e sui parcheggi. Nelle linee di indirizzo devono trovare spazio il pieno rispetto della normativa speciale di settore, quale elemento discriminante per l’esercizio dell’attività su un sedime soggetto ad autorizzazione da parte dello Stato, che non può e non deve autorizzare chi non rispetta i principi normativi di affidamento degli impianti e la conseguente contrattualistica applicabile ai gestori delle aree di servizio autostradali. Nei bandi – hanno sottolineato i rappresentanti sindacali – devono essere inseriti vincoli all’assoluto rispetto delle regole e le stesse devono valere per tutti relativamente alla conduzione dell’area ed in particolare rispetto ai contratti da applicare alle gestioni ed agli accordi economici e normativi in base alla normativa vigente ed alle regole di conduzione (chiusure notturne), prevedendo requisiti selettivi professionali e giuridici oltre che morali fondamentali e molto stretti per accedere in modo idoneo ai bandi di gara.
“Nell’incontro – ha detto Antonino Lucchesi, Presidente della Faib Autostrade – abbiamo registrato una buona sintonia ed una sincera volontà di conoscere le problematiche fondamentale della distribuzione carburanti autostradale al fine di armonizzarle nelle linee di indirizzo del documento che dovrebbe essere emesso al termine dell’audizione con gli altri attori del tavolo (concessionari, compagnie, società petrolifere e società di ristorazione) per la revisione del decreto del 7 agosto 2015”