“Il ritorno della Shell sul mercato italiano della distribuzione carburanti è certamente un fatto positivo.” Questo è il primo commento del Presidente della Faib Confesercenti Giuseppe Sperduto, che continua “Il nostro auspicio è che il prestigioso marchio della conchiglia conferisca più dinamicità e più qualità al mercato italiano della distribuzione, apportando know-how, innovazione di prodotto, capacità di sfida tecnologica in un momento di grandi cambiamenti sul fronte energetico che solo le grandi aziende con una visione internazionale possono fornire. Le nostre Federazioni hanno denunciato per anni l’abbandono del mercato nazionale da parte delle multinazionali del settore. Questo ritorno è, dunque, un fatto che va nella direzione auspicata. Detto ciò, la transizione energetica impone un processo di trasformazione della rete e alcuni gruppi- di media dimensione, come Brixia e Golden Gas da cui l’energy company Pad Multienergy- potrebbero essere indotti a strutturarsi, anche con contratti di retail brand license, con altri gruppi più importanti per acquisire posizioni di mercato, competenze e capacità. Leggiamo in questa partnership un indizio che rende più forti le nostre proposte di ristrutturazione che puntano a rendere necessaria oltre che obbligatoria la riqualificazione energetica ed ambientale della rete, superando di fatto altre ipotesi perseguite inutilmente per anni. Se poi consideriamo la vicenda da un altro punto di vista, con questa operazione Pad Multienergy compie un salto di qualità e supera quella che sembrava una condizione di minorità dimensionale evidenziata ai tavoli negoziali con le Associazioni di settore. Con la partnership con Shell da una parte e Esso dall’altra, il gruppo lombardo-marchigiano è tra i principali distributori di energia del paese, dopo Eni, Ip, Q8, Tamoil, EG e si pone come 6 operatore nazionale. Questa nuova dimensione auspichiamo possa favorire un percorso di qualificazione della rete e maturazione che porti alla regolarizzazione delle relazioni industriali e di emersione della pratica dell’affidamento degli impianti che la legge assegna in via esclusiva alla contrattazione tra le parti e possa evitare quei contenziosi cui sono stati costretti i gestori di Petrolifera Adriatica, anche per non creare imbarazzo ad una grande multinazionale che opera con il proprio prestigioso marchio. In questo senso rinnoviamo l’invito al gruppo a riprendere al più presto il confronto. Più in generale, la riaggregazione dell’intero settore sarebbe certamente un fatto positivo anche sotto il profilo del contrasto alle illegalità.”
“Certo – conclude Sperduto – avremmo preferito che l’arrivo di Shell fosse avvenuto in piena regola, con l’acquisto di impianti e non con questo modello Esso rovesciato. Ma anche così è una buona notizia, anche se la Shell non farà sconti a nessuno, neppure ai gestori, ai quali però sarà affidata la gestione del suo marchio.”