Dopo una breve fase in cui la riduzione delle accise ha calmierato i prezzi di benzina e gasolio esplosi dopo l’inizio della guerra in Ucraina, l’incremento dei fondamentali di mercato ha ripreso a correre, con il risultato di fagocitare la diminuzione delle imposte.
Analizzando i dati dal 21 marzo (il giorno antecedente la riduzione delle accise del D.L. 21/2022) al 9 giugno, si evidenzia che non è tanto la quotazione del greggio di riferimento a denotare imponenti scostamenti – il Brent sale da 122,29 a 123,07 dollari/barile, ossia, per effetto di una flessione del tasso di cambio con il dollaro (da 1,1038 a 1,0743), da 110,79 a 114,56 euro/barile – quanto l’escursione delle quotazioni dei prodotti lavorati.
Nello stesso periodo, infatti, la quotazione Cif Mediterraneo della benzina cresce da 1.103,00 a 1.476,00 dollari/tonnellata, ovvero in euro/litro da 0,754 a 1,037 (+0,283), mentre quella del gasolio sale da 1.189,50 a 1.408,00 dollari/tonnellata, in euro/litro da 0,911 a 1,107 (+0,197).
In questo contesto, nonostante la riduzione dell’accisa di 0,250 euro/litro per ambedue i prodotti, che con IVA sale a 0,305, dai livelli del 21 marzo a quelli del 9 giugno i prezzi alla pompa sono inferiori per la benzina solo di 0,105 euro/litro (da 2,122 in self e 2,254 in servito a 2,017 e 2,149 rispettivamente), mentre per il gasolio i prezzi sono inferiori di 0,164-0,165 euro/litro (da 2,102 in self e 2,242 in servito a 1,938 e 2,077 rispettivamente).
Prezzi questi ultimi che sono il risultato di tre componenti contrapposte: da un lato a) l’aumento delle quotazioni del prodotto lavorato, pari a 0,283 euro/litro per la benzina più IVA (+0,345) ed a 0,197 euro/litro per il gasolio più IVA (+0,240), dall’altro lato b) la riduzione delle accise ed IVA sulle accise, pari a 0,305 euro/litro, e c) una diminuzione del ricavo industriale lordo di 0,119 più IVA (ossia 0,145) per la benzina e di 0,082 più IVA (in tutto 0,099) per il gasolio. In tutto, incrementi per 0,345 e 0,240 euro/litro a seconda del prodotto, dall’altro diminuzioni di 0,450 e 0,404 euro/litro sempre a seconda del prodotto.
Con queste dinamiche di crescita dei prodotti lavorati, è prossimo il momento dell’annullamento degli effetti della riduzione delle accise sui prezzi alla pompa.
L’andamento dei fondamentali di mercato – traguardato in un arco temporale di oltre ventidue anni (dall’inizio del 2000) come esposto nell’allegato studio disponibile in PDF con il presente articolo – non è stato mai caratterizzato da valori così alti.
Anche se il greggio Brent da ultimo (09.06) si è collocato su 123,07 dollari/barile il suo valore in euro/barile, pari a 114,56 con un cambio euro/dollari di 1,0743, ha ora raggiunto il suo valore massimo, un valore non toccato neppure in data 08.03.2022 quando toccò i 133,18 dollari, ma non superò i 122,27 euro/barile con un cambio euro/dollaro pari a 1,0892, né in data 03.07.2008 quando arrivò al suo massimo di 143,95 dollari/barile, che però con un tasso di cambio di 1,5885 non superava i 90,62 euro/barile (il picco minimo fu registrato in piena fase pandemica il 21.04.2020, con 9,12 dollari/barile e 8,42 euro/barile, con un cambio di 1,0837).
La relativa volatilità del tasso di cambio (che nel periodo 01.01.2000-09.06.2022 registra un picco minimo di 0,8252 il 26.12.2000 ed uno massimo di 1,5990 in data 15.07.2008) ha dunque spinto la corsa delle quotazioni del greggio e dei prodotti lavorati.
Analoghe considerazioni valgono per questi ultimi. I valori in euro/litro del 09.06.2022 sono per la benzina ed il gasolio (rispettivamente 1,037 e 1,107) i più alti in assoluto dall’inizio del 2000, a fronte dei minimi di 0,102 e 0,141 anch’essi registrati durante la pandemia Covid rispettivamente il 21.04 ed il 27.04.2020; quelli in dollari/tonnellata registrano anch’essi i massimi, raggiunti con 1.476,00 dollari per la benzina lo stesso 09.06.2022 e con 1.418,75 per il gasolio il 08.03.2022. Neppure con il greggio a 144 dollari/barile il gasolio aveva raggiunto simili valori (con una punta di 1.327,50 dollari/tonnellata in data 02.07.2008, con cambio euro/dollaro a 1,5806), mentre valori di punta molto inferiori agli attuali furono raggiunti per la benzina in data 03.04.2012 con 1.238,25 dollari/tonnellata, con il cambio a 1,3315), mentre i minimi furono registrati per il gasolio a 170,75 dollari/tonnellata il 19.11.2001 e per la benzina a 147,00 dollari tonnellata il 21.04.2020, in piena fase pandemica.
Per quanto attiene alle accise, gli attuali valori (dal 22.03.2022 pari a 0,478 euro/litro per la benzina, ed a 0,367 per il gasolio) sono i più bassi dell’intero periodo 2000-2022: le accise sulla benzina si sono posizionate tra 0,500 e 0,600 euro/litro dall’inizio del 2000 fino al 27.06.2011, tra 0,600 e 0,700 dal 28.06 al 06.12.2011, per poi collocarsi sopra 0,700 fino al 21.03.2022; quelle sul gasolio si sono collocate sotto 0,400 euro/litro dall’inizio del 2000 fino al 31.10.2001, tra 0,400 e 0,500 euro/litro dal 01.11.2001 al 06.12.2011, per poi salire quasi a 0,600 dal 07.12.2011 al 07.06.2012 e poi attestarsi sopra 0,600 fino al 21.03.2022.
Quanto, infine, ai prezzi alla pompa, dai minimi registrati nell’intero periodo dall’inizio del 2000 nel periodo 20-28.12.2001 con la benzina in self a 0,976 euro/litro e 0,997 in servito e con il gasolio in self a 0,823 ed in servito a 0,844 nel periodo 17-28.01.2002, i massimi sono stati raggiunti tra il 16 ed il 17.03.2022, con la benzina in self a 2,227 ed in servito a 2,339 ed il gasolio a 2,230 in self e 2,351 in servito.
Le tendenze dei futures a termine fino ad ottobre, evidenziano per il greggio Brent un range delle quotazioni tra i 125 ed i 115 dollari/barile (i valori più alti sono quelli più a breve termine) e per il gasolio tra i 1.400 ed i 1.200 dollari/tonnellata (anche in questo caso i valori più alti sono quelli a breve), con un’aspettativa pertanto di perdurante forte pressione sui prezzi.
L’articolo L’AUMENTO DEI PREZZI HA QUASI ANNULLATO LA RIDUZIONE DELLE ACCISE proviene da FIGISC – Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti.