Petrolifera Adriatica, oggi Pad, si veste di Shell ma non cambia la sostanza.

 Faib: invito ai gestori a non firmare pezzi di carta e a rivolgersi alle sedi territoriali dell’Associazione

Petrolifera Adriatica, per fare onore alla nuova immagine societaria che si è data come PAD Multienergy SpA, ha deciso di utilizzare il marchio SHELL. Ricordiamo che la compagnia della conchiglia lasciò il mercato italiano a beneficio di Q8 che ne acquistò gli impianti. Oggi Pad – a seguito di accordi con Shell – sta colorando taluni impianti di proprietà, tra cui anche alcuni impianti acquisiti direttamente da ESSO, nell’ambito della nota acquisizione di ramo d’azienda.

Tuttavia, se l’operazione è legittima per gli impianti già in origine colorati con i marchi di proprietà di Petrolifera Adriatica e oggi di Pad Multienergy, non altrettanto può dirsi- ad avviso di Faib – per gli impianti già facenti parte della rete ESSO. Infatti, PAD sembrerebbe dimenticare che i due contratti ESSO, già esistenti, in cui ha deciso volontariamente di subentrare nei confronti dei gestori degli impianti facenti parte del ramo d’azienda acquistato e cioè quelli di comodato gratuito e di fornitura di carburante, prevedono entrambi e, dettagliatamente, nelle relative Condizioni Generali di contratto, l’obbligo per il gestore e le modalità di utilizzo del marchio ESSO nella distribuzione del carburante al pubblico. Tale obbligo di utilizzo del marchio ESSO – ci sembra di poter dire- a carico del singolo gestore determina per il nuovo proprietario dell’impianto, il corrispondente impegno negoziale derivante dai contratti di fornitura carburante e di comodato gratuito dell’impianto, in cui è volontariamente subentrato, addirittura, a dover imporre ai relativi gestori di continuare ad utilizzare i marchi e le insegne ESSO, esattamente come avveniva quando gli impianti erano ancora di proprietà della ESSO.

Ad avviso di Faib, pertanto, si concretizzerebbe in questo modo una condotta dubbia, illegittima e persino lesiva degli interessi dei gestori coinvolti, in quanto la richiesta di PAD di mutare le insegne dell’impianto e l’immagine di erogazione del carburante da ESSO a SHELL, perdurando viceversa un preciso obbligo di PAD a mantenere in vita, sino alla scadenza dei contratti, la disponibilità per i gestori delle insegne e dell’immagine di mercato della ESSO e l’obbligo di continuare ad utilizzarle, configurerebbe una privazione di valore data dalla fidelizzazione della clientela alla continuità di immagine.

Tale mutamento di insegne, al di là delle intenzioni imperscrutabili di Pad, infatti, priva i gestori della continuità di immagine di mercato acquisita con la clientela sotto le insegne ESSO, con un danno commerciale che i gestori potranno far valere in tutte le sedi di giudizio, in aggiunta alle molteplici cause già in atto, con cui i gestori stanno mirando a recuperare le differenze tra le condizioni economiche previste dall’Accordo di colore ESSO del 2014 e quelle imposte illecitamente da Petrolifera Adriatica, oggi  PAD, nel quadro delle forniture di carburante con l’illecita finalità di tentare di lucrare abusivamente le relative differenze.

Faib intende evidenziare che ove PAD pensasse di mettere un argine alla valanga di condanne che sta ricevendo nelle cause in atto, interponendo nei contratti in essere con i gestori ex Esso, lo scudo delle insegne SHELL, dovrebbe riflettere sul fatto che  il mero cambio delle insegne, in assenza di una risoluzione contrattuale scritta dei due contratti di comodato e fornitura Esso, non potrà in nessun caso avere effetti sulla continuazione della validità ed efficacia  dell’applicazione dell’Accordo di colore ESSO alle forniture di carburante ai gestori degli impianti acquisiti da Petrolifera Adriatica, oggi PAD, che siano o meno già in causa.

L’invito di Faib a tutti i gestori è pertanto di non sottoscrivere alcun contratto o accordo con Petrolifera Adriatica, oggi Pad, e di rivolgersi alle sedi territoriali della Federazione nei territori di interesse, dove troveranno le indicazioni corrette di comportamento verso la proprietà degli impianti.

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