PREZZI: DUBBI SUI NUMERI A CAPOCCHIA E SU ALTRO ANCORA…

Leggiamo (su Il Sole 24 ore, non su Topolino!) che le organizzazioni dei consumatori sostengono che “ad oggi sul prezzo della benzina gravano ben 18 centesimi in più rispetto al dovuto. Il prezzo del gasolio, invece, si attesta a ben 20 centesimi in più di quanto dovrebbe”.

Su concetti come “il dovuto” e “dovrebbe”, enunciati apoditticamente (ossia senza dimostrazione) qualunque tesi si può sostenere e nessuna al tempo stesso, esattamente come su concetti come “vorremmo che fosse così” o “ci piacerebbe che…”.

Proviamo a mettere insieme qualche numero.

Cominciamo dalla benzina: la quotazione del prodotto raffinato vale oggi circa 0,660 euro/litro, cui vanno aggiunti circa 0,055 per l’obbligo della miscelazione del biocarburante, addizioniamo ancora almeno 0,150 di costi e margini della filiera distributiva, e ancora 0,7284 euro/litro di accisa, infine applichiamo il 22 % di IVA, per un totale di 1,944 euro/litro. La media nazionale (e sul concetto di media torniamo dopo) per la modalità self il 24.08.2023 è di 1,947 euro/litro (media desunta dalle registrazioni del file del “Prezzo alle 8” del Ministero).

Continuiamo con il gasolio: la quotazione del prodotto raffinato vale oggi circa 0,710 euro/litro, cui vanno sempre aggiunti circa 0,055 per l’obbligo della miscelazione del biocarburante, si devono addizionare ancora almeno 0,150 di costi e margini della filiera distributiva, e ancora 0,6174 euro/litro di accisa, infine si deve applicare il 22 % di IVA, per un totale di 1,870 euro/litro. La media nazionale (e sul concetto di media torniamo dopo) per la modalità self il 24.08.2023 è di 1,847 euro/litro (media desunta sempre dalle registrazioni del file del “Prezzo alle 8”).

Quindi, perché il “dovuto” dovrebbe essere inferiore di 0,180 o 0,200 euro/litro? Diciamo allora che ciò ha valore nella sfera mentale del “desiderato”, ma il “desiderato” che assurge allo stato di “dovuto” non è automaticamente né un diritto né uno stato reale supportato da prove.

In conseguenza di questa discrasia tra il “dovuto” e l’effettivo prezzo, si legge, sempre secondo l’Osservatorio nazionale Federconsumatori, che “si traduce per una famiglia in un aggravio sui pieni di carburante di +216 euro (calcolando una media di due pieni al mese)”. Il riferimento è ad un aggravio proiettato su un anno intero di dodici mesi.

Questo numero magico – abbiamo provato a calcolare – è presumibilmente ricavato così: dato che gli end uses (utilizzi finali) per le autovetture danno una quota di circa il 62 % per il gasolio e di circa il 38 % per la benzina, il prezzo medio “superiore al dovuto” tra i due prodotti dovrebbe essere pari a 0,192 euro/litro per 1.125 litri annui = 216,00 euro!

Questa storia del proiettare la situazione puntuale di una settimana, o perfino di un giorno, su un arco di dodici mesi è un vecchio numero da imbonitori messo in scena per impressionare il pubblico e gonfiare le cifre.

Intanto, la situazione dei prezzi non è mai statica; facciamo un esempio reale: dal 25/08/2022 al 24/08/2023 su 365 giorni il prezzo medio nazionale della benzina è variato 201 volte in diminuzione, 155 in aumento e solo in 9 giorni non vi è stata variazione, mentre il prezzo medio nazionale del gasolio è variato 221 volte in diminuzione, 136 in aumento e solo in 8 giorni la variazione fu nulla.

Nello stesso periodo, il prezzo medio nazionale della benzina presenta una somma di variazioni negative per -0,502 euro/litro e di variazioni positive per +0,679 (e infatti il prezzo dall’inizio alla fine della serie di rilevazioni è superiore di 0,177 euro/litro, da 1,770 a 1,947), analogamente, il prezzo medio nazionale del gasolio presenta una somma di variazioni negative per -0,715 euro/litro e di variazioni positive per +0,762 (e infatti il prezzo dall’inizio – 25.08.2022 – alla fine – 24.08.2023 – della serie di rilevazioni è superiore di 0,047 euro/litro, da 1,800 a 1,847).

A fronte di ciò, IN UN INTERO ANNO 25.08.2022/24.08.2023 – se teniamo validi i parametri di Federconsumatori sui consumi delle famiglie e manteniamo il mix tra gasolio e benzina degli end uses – il maggior aggravio “per famiglia” è stato mediamente di 108,35 euro, nel corso del quale (ci permettiamo di ricordarlo) le accise sono aumentate di 0,250 euro/litro (0,305 con IVA).

Cosa è successo ad agosto? Basta vedere la tabella che segue, considerando che il prezzo medio self nazionale della benzina era il 1° agosto pari a 1,920 euro/litro, al 24 agosto era 1,947, con aumento di +0,027 euro/litro; quello medio self nazionale del gasolio era il 1° agosto pari a 1,775 euro/litro, al 24 agosto era 1,847, con aumento di +0,072 euro/litro.

Prezzo medio nazionale modalità self (*)

Data

Benzina

Gasolio

01/08/23

1,920

1,775

02/08/23

1,927

1,786

03/08/23

1,932

1,799

04/08/23

1,934

1,805

05/08/23

1,936

1,813

06/08/23

1,937

1,815

07/08/23

1,937

1,816

08/08/23

1,937

1,820

09/08/23

1,936

1,820

10/08/23

1,938

1,824

11/08/23

1,937

1,829

12/08/23

1,941

1,838

13/08/23

1,942

1,839

14/08/23

1,942

1,840

15/08/23

1,943

1,841

16/08/23

1,944

1,842

17/08/23

1,944

1,842

18/08/23

1,944

1,842

19/08/23

1,945

1,844

20/08/23

1,945

1,844

21/08/23

1,946

1,844

22/08/23

1,946

1,846

23/08/23

1,946

1,846

24/08/23

1,947

1,847

(*) Fonte: dati prezzi Ministero Opendata “Prezzo alle 8

Se – come fanno i consumatori – proiettiamo gli aumenti di agosto (+0,027 euro/litro per la benzina e +0,072 per il gasolio) per i consumi medi delle famiglie di tutto un anno (sempre tenendo buoni i loro parametri e tenendo buono il mix di consumi tra i due prodotti), otteniamo che per 1.125 litri di benzina avremo 30,38 euro di maggiore spesa e per 1.125 litri di gasolio, invece, avremo 81,00 euro di maggiore spesa, con una media tra i prodotti di +61,81 euro.

Un esercizio – come detto – inutile a precostituire scenari perché i prezzi cambiano in meglio od in peggio, utile per contro a far meglio inquadrare la dimensione dell’aggravio per le famiglie.

A sua volta (e sempre su Il Sole 24 ore e nel medesimo articolo), l’Unione Nazionale Consumatori si rivela più “moderata” nella stima delle proiezioni su un anno: stima, infatti, l’impatto sulle famiglie nel valore di +119,00 euro/anno, quasi la metà dei +216,00 di Federconsumatori.

Si mettessero almeno d’accordo tra loro sul fixing!

Sempre l’Unione Nazionale Consumatori, poi, insiste sul famoso “cartello”: “Il flop del governo sull’esposizione del prezzo medio regionale, che a dire dell’Esecutivo doveva servire a ridurre i prezzi, è ancora più lampante se si considerano le medie regionali.” e prosegue indicando però le variazioni in autostrada (per la quale la media viene calcolata su base nazionale), a proposito della quale – aggiungiamo noi – i numeri del prezzo medio del MIMIT indicano dal 1° al 24 agosto un aumento di +0,036 euro/litro per la benzina e di +0,079 per il gasolio, entrambi in modalità self.

Se malissimo ha fatto il Governo inducendo nell’opinione pubblica che il cartello dovesse “servire a ridurre i prezzi” (e giustamente ne viene rampognato), malissimo è anche continuare a prestar fede a qualcosa che è già illogico nelle sue premesse ed a continuare a pensare che il problema sia la speculazione della “porta accanto”: il “cartello” è solo un oggetto, notoriamente inefficace ad esprimere qualunque effetto sulle dinamiche dei prezzi internazionali, sui tagli produttivi e sui “corti” di raffinazione, ed al più idoneo a fornire una ridondante rappresentazione statistica teorica (la “media del pollo”).

E, a proposito di caccia alla speculazione “next door”, una breve considerazione finale.

Ci si è accaniti a rivoltare persino i calzini di chi ha comunicato ed esposto un prezzo incredibilmente elevato: ora, a parte le ragioni – che nulla hanno di “speculativo”, ma sono bensì di natura contrattuale e commerciale tra gestore e fornitore in esclusiva – per cui un operatore decide di autodenunciare un prezzo così, è chiaro che il consumatore non ne ha danno perché non è affatto costretto ad andare in quel/quei punti vendita, di cui ormai tutti dall’Alpe al Lilibeo sanno a quanto vende il carburante, e ne girano ampiamente al largo. Pure, su queste cose, per ragioni puramente mediatiche – e con armi spuntate – si investe molta attività degli organi di controllo.

Ma ci sono, per contro, prezzi inusualmente bassi e difficilmente compatibili con la sostenibilità di tutti i costi ed imposte che gravano mediamente sul carburante. Che questi prezzi siano situazioni di extra territorialità passi, ma se si trattasse invece di infiltrazioni di condotte diciamo non perfettamente legali in tema di circuiti di approvvigionamento, di assolvimento delle accise o dell’IVA, assai meglio sarebbe indirizzare in quella direzione il lavoro degli organi di controllo.

Da un prezzo troppo elevato il consumatore scappa, un prezzo troppo basso può nascondere, a totale insaputa del consumatore che vi è attratto, un danno erariale ed un grave inquinamento del mercato.

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